L'assessore
Fioroni, il sindaco Romizi e l'associazione Progetto Fontivegge,
mercoledì scorso, 30 gennaio, hanno dato vita all'ennesimo
incontro sul tema che
si potrebbe intitolare
"Fontivegge: quello che era e quello che sarà (o
potrebbe essere)" ponendo,
ancora una volta l'accento sulle necessità di un immediato
recupero del quartiere, da una situazione di degrado, sia urbanistico
che sociale dove, da una infinità di tempo si può assistere ad un
continuo crescendo di criminalità che va dallo spaccio, con vero
mercato all'aperto, agli scontri tra bande con conseguenti
accoltellamenti e quant'altro.
Bravissimi!
Era ora! Speriamo però che non sia un escamotage per procurarsi più
voti a favore e che poi tutto finisca in gloria dicendoci, come
sempre avvenuto quando non hanno intenzione di mettere in pratica le
promesse fatte, che per
qualche ragione, non
è possibile
per il
momento per una
possibile causa inventata per l'occasione.
Però è anche giusto dargli il beneficio del dubbio, nel merito.
Una
cosa è certa: evidenziando questa possibilità di poterlo fare ora,
per le dichiarazioni e l'impegno che a suo tempo un sottosegretario
della maggioranza di Governo ha espresso durante una visita ed un
incontro con il nostro sindaco, implicitamente hanno ammesso e
denunciato alla collettività della città, la mancanza assoluta di
una volontà che se in passato avessero avuto la forza di
intraprendere avrebbe potuto risolvere questa questione molto ma
molto tempo fa.
E
tutto ciò si riallaccia a quella che è la nostra necessità di
vedere realizzato quel posto fisso di Polizia a Fontivegge che tanto
ha impegnato le Associazione dei cittadini, senza un "nulla di
fatto" nel chiedere di firmare la petizione che a suo tempo, fu
presentata alle autorità competenti per la sua realizzazione.
L'aver
chiesto ed ottenuto la firma dei cittadini è stato il lavoro più
facile di tutto l'iter necessario da fare! Il difficile è stato
ascoltare l'avvilente risposta che non si poteva realizzarlo
concretamente in quanto se l'intenzione c'era mancavano i mezzi;
gli stessi mezzi che ora (simsalabim) si possono trovare!
Certo,
la questione è molto più complessa ed articolata di così ma il
succo, detto in parole comprensibili e semplici, è questo.
Se
vogliamo entrare nel merito della faccenda, in modo naturalmente
macroscopico, si può dire che è un fatto ben noto e visibile a
tutti è come, in questi ultimi anni a Perugia, come del resto in
tutti i centri, grandi e piccoli d'Italia, si sia registrato, per
ragioni che vanno dalla natura morale a quella politica sempre più
disastrata, un incremento demografico dovuto alle necessità di
accoglienza per il fenomeno dell'immigrazione dove non tutti quelli
che arrivano lo fanno per la vera necessità di una chance migliore
di vita ma solo per procurare danni materiali e fisici causa la loro
condotta criminale e dove, oltre a ciò, la mancanza di lavoro e
quindi di disponibilità economica, ha creato i presupposti di un
aumento di condotta criminale anche nei cittadini
italiani.
Sicuramente (è da riconoscere) compito non facile per
chi deve organizzare e gestire le risorse a disposizione per un
adeguato ed incisivo intervento in relazione alle emergenze
necessarie alla città ma se si dovesse, come in effetti è stato,
aspettare l'intervento di qualche politico, in funzione del cambio
della situazione di potere in quel di Roma, come in effetti è stato
per sanare la questione di cui stiamo parlando, "apriti
cielo".
Resta comunque la nostra priorità di veder realizzato
quel progetto per Fontivegge che, in definitiva, per la sicurezza
urbana dai fenomeni della "microcriminalità" (non so fino
a che punto si possa chiamare tale quando sappiamo benissimo che
dietro al piccolo spacciatore c'è sempre e comunque, un
organizzazione criminale che fa arrivare la merce nel nostro Paese e
una capillare organizzazione nella sua distribuzione ai pusher per lo
smercio) interessa fondamentalmente tutta Perugia. È chiara
l'equazione, e la criminalità la sta mettendo in atto, che "se
mi impedisci di spacciare in una zona non smetto di fare il mio
lavoro e lo sposto in altre parti". È un durissimo lavoro
quello che ci aspetta e solo il reale e costante interessamento e la
collaborazione di tutte le autorità e delle parti interessate, che
vanno dal Sindaco al Questore passando per i sindacati della Polizia,
potrà vedere realizzato quello che i cittadini si apprestano a
chiede.
Perugia
01 febbraio 2019
Giampiero
Tamburi (Perugia: Social City)