La Sardegna...insegna!

I risultati elettorali in Abruzzo? Quisquilie, bazzecole, pinzillacchere!

LA SARDEGNA...CI INSEGNA!

Una Regione d'Italia autonoma che ci vuole insegnate la dignità di ciò che significa il proprio lavoro per tutta la Nazione con una protesta viscerale dell'agro pastorale:

il primo giorno ettolitri di latte versato in strada;

il secondo giorno ricotta e pecorino regalato agli abitanti dei paesi.

In Sardegna il 24 febbraio ci saranno le elezioni regionali, con un clima popolare che non è tanto favorevole a nessun partito, ne di quelli che gestiscono la maggioranza in Parlamento e nel Governo, ne tanto meno a quelli dell'opposizione.

Da sapere: la legge elettorale spiegata in due parole.

La legge elettorale per le elezioni in Sardegna è stata modificata per l'ultima volta nel 2013. Per garantire la governabilità, sarà eletto governatore il candidato più votato: se dovesse ottenere tra il 25% e il 40% dei voti ci sarà un premio di maggioranza del 55% dei seggi, oltre il 40% invece il premio sarà del 60%.
Con meno del 25% invece non scatterà alcun premio di maggioranza. Inoltre la legge elettorale prevede la possibilità di effettuare un voto disgiunto (si può votare per una lista e per un candidato presidente non collegati fra loro), mentre la soglia di sbarramento è del 10% per le coalizioni e del 5% per le liste non coalizzate.

Le mie previsioni dei risultati elettorali? Eccole!

Più che la stagnazione del centro-sinistra,

più che il capitombolo del M5S,

più che la lieve avanzata della Lega,

sarà determinante il risultato che avranno le liste che esprimono una marcata ideologia indipendentista.

I sardi sentono molto l'attrazione per la loro cultura e le loro tradizioni ed in questo momento di crisi economica sentendosi del tutto abbandonati dalla politica nazionale si può dire: "E chi non beve con me peste lo colga!"

Perugia 12 febbraio 2019