La Repubblica è morta!              Viva la Repubblica!

I SINTOMI ERANO TANTI...

...e anche molto chiari!

Una situazione che si trascinava e si continua a trascinare da molto tempo e con situazioni che possono portare ad una gravità ed ad uno squilibrio sociale di notevole serietà, non tanto perché i vecchi partiti della sinistra rappresentino l'unica alternativa possibile, quanto per l'equilibrio che comportano in una contrapposizione con la destra per un bilanciamento politico che, anche se concettualmente ritengo superato, sta ancora delineando il modo di intendere la politica con un relativismo che nega, in assoluto, attraverso l'uso delle ideologie di parte, la conoscenza di qualsiasi altra realtà.
C'è un'altra fondamentale causa che, secondo il mio parere, sta portato alla lenta ma inesorabile decadenza questo coacervo di partiti, sia a livello nazionale, quanto e forse più, a livello regionale umbro perché, partendo da una situazione di dominio ideologico sulla collettività della nostra regione, fino dai tempi del vecchio partito comunista nonché socialista (Umbria regione rossa), ha delineato un gap in negativo della propria espansione; la diffidenza e il sospetto mostrato, non tanto per i suoi dirigenti verso gli avversari, motivo naturale di comportamento, quanto per una perniciosa ed innaturale diffidenza gli uni con gli altri nell'ambito del proprio entourage dirigenziale, per motivi facilmente intuibili, che qui non è il caso di specificare, determinando con ciò una staticità nel proprio necessario rinnovamento, sempre dichiarato ma mai realizzato.
La stessa situazione dello scontento nella propria base, la sta avvertendo anche la destra, questo è fuori da ogni dubbio, ma con una sostanziale differenziazione di evoluzione, se evoluzione c'è stata, che ne garantisce una sopravvivenza parziale o, quantomeno, un allungamento nei tempi della propria fine, determinata dalla costante che i propri elettori possono spostare il loro interesse su altri movimenti e ciò può avvenire dal fatto di essersi sempre differenziati tra i gruppi della stessa destra ideologica, senza mai fondersi in un unico "calderone" come è invece avvenuto nella sinistra attuale.
Da tutta questa situazione, la gente, riesce ad identificarsi in una mobilità sociale sia orizzontale che verticale che la orienta, in una logica diversa per il proprio voto, da quella dannosa ed obsoleta, strettamente legata alle ideologie di fatto superate. I cittadini, che prima erano isolati e statici in una certa ideologia politica di partito, cominciano a comunicare tra loro, spezzando quell'isolamento intellettuale caratteristico e determinante per le scelte, dando motivo di una prima riflessione sullo stato di incertezza dovuta alla scoperta dell'esistenza di più modi di pensare.
C'è, sicuramente, più egoismo politico (in questa situazione di crisi) ma non potevamo aspettarsi nulla di diverso.
Uno "scatto" di volontà sociale per un cambiamento che, seppur confuso da qualche nuovo leader (nuovo come i movimenti politici che rappresentano), è pur sempre una richiesta di una politica nuova!
 Perugia 20/07/18