Una
situazione che si trascinava e si continua a trascinare da molto
tempo e con situazioni che possono portare ad una gravità ed ad uno
squilibrio sociale di notevole serietà, non tanto perché i vecchi
partiti della sinistra rappresentino l'unica alternativa possibile,
quanto per l'equilibrio che comportano in una contrapposizione con la
destra per un bilanciamento politico che, anche se concettualmente
ritengo superato, sta ancora delineando il modo di intendere la
politica con un relativismo che nega, in assoluto, attraverso l'uso
delle ideologie di parte, la conoscenza di qualsiasi altra realtà.
C'è
un'altra fondamentale causa che, secondo il mio parere, sta portato
alla lenta ma inesorabile decadenza questo coacervo di partiti, sia a
livello nazionale, quanto e forse più, a livello regionale umbro
perché, partendo da una situazione di dominio ideologico sulla
collettività della nostra regione, fino dai tempi del vecchio
partito comunista nonché socialista (Umbria regione rossa), ha
delineato un gap in negativo della propria espansione; la diffidenza
e il sospetto mostrato, non tanto per i suoi dirigenti verso gli
avversari, motivo naturale di comportamento, quanto per una
perniciosa ed innaturale diffidenza gli uni con gli altri nell'ambito
del proprio entourage dirigenziale, per motivi facilmente intuibili,
che qui non è il caso di specificare, determinando con ciò una
staticità nel proprio necessario rinnovamento, sempre dichiarato ma
mai realizzato.
La
stessa situazione dello scontento nella propria base, la sta
avvertendo anche la destra, questo è fuori da ogni dubbio, ma con
una sostanziale differenziazione di evoluzione, se evoluzione c'è
stata, che ne garantisce una sopravvivenza parziale o, quantomeno, un
allungamento nei tempi della propria fine, determinata dalla costante
che i propri elettori possono spostare il loro interesse su altri
movimenti e ciò può avvenire dal fatto di essersi sempre
differenziati tra i gruppi della stessa destra ideologica, senza mai
fondersi in un unico "calderone" come è invece avvenuto
nella sinistra attuale.
Da
tutta questa situazione, la gente, riesce ad identificarsi in una
mobilità sociale sia orizzontale che verticale che la orienta, in
una logica diversa per il proprio voto, da quella dannosa ed
obsoleta, strettamente legata alle ideologie di fatto superate. I
cittadini, che prima erano isolati e statici in una certa ideologia
politica di partito, cominciano a comunicare tra loro, spezzando
quell'isolamento intellettuale caratteristico e determinante per le
scelte, dando motivo di una prima riflessione sullo stato di
incertezza dovuta alla scoperta dell'esistenza di più modi di
pensare.
C'è,
sicuramente, più egoismo politico (in questa situazione di crisi) ma
non potevamo aspettarsi nulla di diverso.
Uno
"scatto" di volontà sociale per un cambiamento che, seppur
confuso da qualche nuovo leader (nuovo come i movimenti politici che
rappresentano), è pur sempre una richiesta di una politica nuova!
Perugia
20/07/18