LA PERUGIA SVELATA.

PERUGIA E I SUOI PROBLEMI

UN IMPEGNO CONCRETO!

Il nostro intento, con questa pagina, è quello di portare alla luce la verità dei reali comportamenti che ci sono sotto a quello che ci racconta la politica dei partiti per quanto riguarda le pur vere ma superficiali constatazioni del degrado e dell'incuria lasciate avanzare dalla poca e malfatta manutenzione che l'amministrazione comunale effettua sul verde pubblico, sull'atteggiamento di quasi noncuranza del degrado dei quartieri che avanza inesorabile, sulla quasi nulla capacità di far fronte per fermare la prostituzione, la criminalità, lo spaccio della droga e del malcostume di soggetti asociali che recano dei danni alla città ma soprattutto ai cittadini.

Siamo convinti che questo nostro impegno potrà, in qualche modo, far cambiare prospettiva di intervento alla politica comunale, concretizzando ancora maggiormente ciò che la stessa può e deve fare, per garantire ai nostri concittadini la massima sicurezza possibile.

Giampiero Tamburi


Iscrivetevi qui al gruppo chiuso su Facebook


ANCORA VIA PALERMO.

Non finisce mai di stupire!

Anche se da più di venti anni non abbiamo il piacere di avere in tasca la vecchia valuta, l'adagio popolare "Manca sempre un soldo per fare una lira" è sempre più attuale ed efficiente, come lo è stato per qualche centinaia di anni.

Basterebbe questa massima per riassumere le aspettative che dalla nostra amministrazione comunale, in questa bizzarra e "incompleta gestione", ci di deve aspettare per ogni lavoro che viene effettuato, tanto che impegni direttamente il Comune, quanto la sua attenzione da quelli effettuati da private ditte, nella nostra bella Perugia.

Atteggiamento e comportamento carente in ogni caso!

Questo modo di essere vale anche per quello che noi di "Perugia: Social City" stiamo per denunciare.

Sempre e comunque, via Palermo non smette mai di essere presente per il degrado che alberga da quelle parti!

Sembra che contro quella via si siano abbattute le malefiche disattenzioni di una amministrazione comunale incapace di risolvere i suoi problemi.

La breve storia del caso concreto di oggi è questa!

24 febbraio 2015. Il progetto di recupero dell'ex mattatoio di via Palermo sta per arrivare in consiglio comunale. Quel giorno infatti la giunta ha dato il via libera a quello presentato da un'azienda romana, la Sagu, che prevede la ristrutturazione del complesso entrato in funzione nel 1970. Al posto dell'ex mattatoio sorgerà un centro commerciale, nonché stabile residenziale e direzionale. Il tutto su un progetto che la società SAGU srl, ha presentato già dal 2010 rinnovandola, alla fine di dicembre 2015, con la presentazione di un nuovo progetto che ha trovato l'approvazione definitiva della giunta comunale e degli uffici competenti.

Ma il tutto, per il "maldipacia" di qualcuno venne accantonato.

Fino a quando, nel marzo del 2018, si seppe che i lavori per la riqualificazione dell'area del vecchio mattatoio stavano per ripartire. Con una determina del Comune, dopo che le procedure amministrative vennero espletate, l'amministrazione comunale stabilì di concludere, con esito positivo, il rilascio del titolo abitativo richiesto, appunto, dalla società SAGU (srl).

Il quale titolo richiesto riguardava la realizzazione di un edificio commerciale nonché residenziale e direzionale.

Essendo comunque, questo progetto, accantonato per cinque anni, fu necessario ridimensionarlo apportando delle modifiche. Queste modifiche si riferivano al passaggio dai 28mila metri cubi del progetto iniziale ai 20mila di quello nuovo, prevedendo la costruzione di 2 edifici, centro commerciale l'uno e l'altro adibito ad appartamenti ed uffici.

Ed il problema che ci riguarda da vicino come cittadini residenti, e non, è proprio la non effettuata costruzione del secondo edificio destinato ad appartamenti ed uffici come, del resto, era contemplato nella determina del Comune di Perugia su menzionata.

In definitiva si sta parlando dell'ampio spazio ad est del centro commerciale, (delimitato ad ovest dal centro commerciale, ad est dal piazzale degli uffici della Provincia, a sud da via Palermo e a nord da via Borghetto di Prepo) appunto riservato a quella non effettuata costrizione e lasciato da troppo tempo veramente in uno stato pietoso e assolutamente non consono al decoro ed all'igiene che una situazione rispettosa, per chi vi abita e vi lavora, richiederebbe.

Dal lato di via Palermo e precisamente a ridosso dell'edicola, è ben visibile una parte del muro del vecchio mattatoio lasciato in piedi come se fosse testimone della presenza passata di una antica costruzione mentre, invece, significa solo la noncuranza del rispetto per le proprietà altrui.

L'edicola che a suo tempo era, ed è tutt'ora, sistemata dove il rudere che era parte degli uffici dello stesso mattatoio e che ora è lasciato all'estro dei bravissimi writer che sono stati capaci di decorarlo, potrebbe nel tempo, se non messo in sicurezza, abbattersi sopra l'edicola stessa, arrecando danni alle cose ed alle persone.

Un altro fatto da denunciare riguarda l'inconveniente del contatore dell'erogazione dell'acqua a nome del gestore dell'edicola, Piergiorgio Roscini, che insiste all'interno della proprietà della società Sagu dove il titolare non può accedervi in quanto la società stessa non ha fornito la chiave necessaria.

L'intero terreno poi, riservato alla futura (se avverrà mai) costruzione delle abitazioni e degli uffici, viene lasciato, da sempre, in uno stato di incuria e di abbandono che si rende pericoloso alla salute della comunità, per il proliferare di topi di fogna i quali, qualche volta, sono anche stati visti attraversare via Palermo e, di conseguenza, lo stazionamento di gatti randagi nutriti, tra l'altro, da persone che ne hanno fatto una "gattaia".

In definitiva, ci domandiamo noi cittadini, quando mai, l'amministrazione comunale si deciderà a metterci quel famoso "soldo per completare la lira" intervenendo presso la società proprietaria per metterla di fronte alle proprie responsabilità consigliandole, per il bene e la salute ed il rispetto di tutti, di bonificare e mantenere in uno stato di decoro, tutta l'area di sua proprietà?

Giampiero Tamburi (Coordinatore ass. "Perugia: Social City")


 I "FANTASMI" DEL QUARTIERE DELLA PALLOTTA.

Poi c'è qualcuno che ancora non crede a certi tipi di "fantasmi"!

Specifichiamo: noi di "Perugia: Social City" stiamo parlando di quei fantasmi che l'Amministrazione comunale lascia in giro per i vari quartieri della città di Perugia, i quali impressionano i cittadini, come palazzi, pubblici e privati, dove gli unici residenti sono gatti randagi che cercano topi: quando va bene! Quando va male i residenti dei quei fantasmi sono gente senza fissa dimora o tossicodipendenti i quali ricevono, in loco, la visita dei loro venditori e chi più ne ha più ne metta!

Per non parlare poi di quei fantasmi come le strutture abbandonate che una volta sono servite, quale loro sede, a qualche azienda e quelle altre servite allo stesso Comune come sedi delle allora Circoscrizioni cittadine; e molte altre che un tempo servivano ai cittadini, rimaste ora seminascoste alla vista.

Ma senza dilungarsi troppo in queste verità, chi ha buone intenzioni, con una passeggiata in città (a tempo buono) può rendersene conto da solo.

Noi di "Perugia: Social City" non possiamo esimerci dal denunciare questo stato di cose e come è giusto che sia, ci dobbiamo e ci vogliamo interessare a denunciare all'opinione pubblica la situazione solo di quelle ubicate nel nostro quartiere. Le altre Associazioni, o in mancanza di esse i cittadini che lo volessero, possono parlare dei numerosi altri "fantasmi" sparsi nei loro quartieri.

Detto questo passiamo a dimostrare i fatti!

Il quartiere della Pallotta ne è un luminoso esempio di come sia possibile lasciare l'edilizia (sia pubblica che privata) fatiscente ad oltraggiare la città e i propri cittadini. Il quartiere, poche decine di centinaia di metri, che va dai Murelli (strada Tudere) fino al semaforo dell'incrocio con via Fonti Coperte (via Campo di Marte)è, forse (ma probabilmente senza forse) la parte della città che ha il triste primato delle zone con la maggiore incuria, il maggior abbandono e degradate, dell'intera Perugia.

Un elenco sommario? Eccolo!

Si potrebbe partire dalle ex segreteria dell'Università (via Tuderte). Uno stabile da moltissimo tempo lasciato in abbandono e che nessuno intende utilizzare. Da questo stato è naturale poi, come sta avvenendo ora, c'è chi ne approfitta e lo assume come sua dimora; senza tetto che il Comune lascia, in inverno, senza una possibilità concreta di fornirgli un rifugio sicuro e controllato. Poi, a fianco di questo esempio di abbandono, esiste un grande parcheggio il quale, giorno e notte, risulta aperto a chiunque volesse utilizzarlo per qualsiasi cosa; tanto è vero che la prostituzione, lo spaccio e la tossicodipendenza non si fa scrupolo! Molte volte "Perugia: Social City" ha denunciato questo stato di cose alla politica comunale (sia maggioranza che opposizione) ma è come se avesse scritto nell'acqua, nessuno ha inteso ascoltare! Eppure sarebbe così semplice farlo chiudere almeno la notte agli operatori che insistono nella "stazione ecologica" situata a fianco del medesimo parcheggio o, quanto meno, mettere delle telecamere di controllo per vedere ed eventualmente denunciare ciò che accade.

Poi, scendendo a valle (verso il semaforo di via dei Filosofi) troviamo un "campo" che qualcuno ha il coraggio di chiamare parco, situato tra via Bambagioni a via Silvio Pellico. Anche questo figlio abbandonato dalla politica comunale. Mezzo parco e mezzo parcheggio (e visto la carenza di dove far sostare le macchine, in quella zona, forse non si fa troppo male ad approfittarne però; chiamarlo parco è uno sfregio al buon senso!

Poi, seguitando a scendere, sempre direzione Fontivegge, in via G. B. Vico troviamo un altro esempio di "fantasma pubblico"; il vecchio stabile che, negli anni '80, (!) era sede della Circoscrizione della zona (cioè proprietà del Comune). Mai stato neanche sfiorato da una parvenza di manutenzione; figuratevi voi come può essere ridotto! Ora con un ridicolo cartello "in vendita" affisso in una finestra a fianco della porta principale che nel tempo è stata oggetto di scasso per tentate effrazioni. Uno splendido (una volta) stabile ad un piano, ampio come superficie abitabile che potrebbe essere utilizzato o per residenza di studenti, per ricovero invernale dei senzatetto o per qualche famiglia in serie difficoltà economiche e abitative; ma forse soluzione troppo intelligente da adottare!

Poi, quasi alla stessa altezza scendendo, c'è il famoso, ma che dico; il famosissimo enorme complesso, ex sede della Telecom, che insiste, a fronte strada e per oltre tre quarti di via Jacopone da Todi dove, nell'ultimo intervento, dovuto fare per forza dalla Società proprietaria in quanto imposto dalle Forze dell'Ordine dopo l'ennesima effrazione di sbandati, hanno messo in atto il provvedimento meno adatto che potevano fare; chiudere con una rete metallica (come se fosse un pollaio), l'unico parcheggio disponibile per favorire gli avventori dei vari negozi della zona senza correre il rischio di "beccarsi" delle multe o intralciare il traffico già caotico per se stesso. Il Comune è stato nel tempo continuamente avvertito di intervenire presso il proprietario ma ci è stato risposto che essendo proprietà privata potevano disporne come meglio credevano. Benissimo! Ma allora perché per i trent'anni di abbandono della suddetta Telecom, è stato possibile utilizzarlo pubblicamente?

Poi lasciamo indietro il parco Vallone Sant'Anna, del quale tutti conosciamo il degrado che lo sta divorando.

Che dite? Può bastare per qualificare il quartiere Pallotta (pochissime decine di centinaia di metri) come il più abbandonato nel degrado e nell'incuria della nostra città, mancante della più elementare sicurezza,?

Giampiero Tamburi (coordinatore "Perugia: Social City)


STRADE ABBANDONATE DI QUARTIERI ABBANDONATI

FINALMENTE...

...i residenti di via Jacopone da Todi hanno capito!

Capito i motivi per cui il Comune di Perugia non mette mano a rinnovare l'asfalto della suddetta strada e reputano lodevole come la nostra amministrazione comunale voglia scrivere e mantenere, con questo fatto, un pezzo di storia della nostra città.

Si! proprio storia, perché dovete sapere che il medesimo asfalto di oggi è antico a tal punto che in questi giorni compie circa 60 anni di vita!

Come hanno raccontato, alla nostra Associazione "Perugia: Social City" coloro che sono i vecchi residenti, nei primi anni '60 è stata stesa la prima e l'unica bitumatura della sua storia in quella via che, fino a quel momento, era solo una via sterrata e senza alcuna importanza, catalogata come "strada vicinale" ma che già fino da allora, erano in costruzione i primi palazzi, futura memoria della zona residenziale che è diventata in seguito.

Ma, ad onor di cronaca, neanche per la prima e unica asfaltatura il Comune ha voluto spenderci un centesimo (delle allora lire!), rimandando a dire ai residenti, la quale necessità l'avevano richiesta con una petizione indirizzata all'allora sindaco, che la spesa l'avrebbero dovuta sostenere loro e così fu fatto: accettando e spendendo di tasca loro la somma necessaria.

Come ben vedete la storia di quella via è cominciata a sfavore degli allora residenti e tutt'ora seguita nello stesso modo con i residenti di oggi.

È ridotta in un modo alquanto disastrato, come si vede dalle foto allegate, ma i residenti di oggi non hanno la minima intenzione di mandarla come è nella storicità della stessa via!

Ma non per questo rinunceranno a far valere i loro diritti anche se questo volesse dire far cambiare opinione a chi, senza una logica apparenza di intervento, hanno determinato quali strade si e quali no dovessero essere messe a nuovo nel quartiere della Pallotta!



  VIA JACOPONE DA TODI...

...una via della nostra città completamente dimenticata dalle cure della nostra amministrazione comunale.

Il mastodontico complesso dell'ex Telecom, dismesso dalla medesima da una trentina di anni ed acquistato da qualche società che fa capo alla nostra ben conosciuta Gesenu, viene, dagli attuali proprietari, lasciata in una condizione che a dir poco è una offesa per i residenti, facendoli sentire abitanti di seconda; se non di terza categoria.

Una struttura che prende una buona parte del lato sinistro scendendo per la via e che, ogni giorno che passa, rende sempre più dequalificante la politica di intervento del nostro amato Comune il quale, se non può intervenire direttamente per sanare lo stato pietoso della medesima è, in tutto e per tutto, responsabile di non effettuare interventi presso i proprietari per imporre una maggiore e più opportuna manutenzione.

La nostra associazione, "Perugia: Social City" è più volte intervenuta su questo argomento per poter fare in modo che la dovuta dignità sia una parte essenziale anche per quella via ma, a quanto è dato da vedere, il tempo fa perdere la memoria a chi ha (o dovrebbe avere) l'obbligo di tale essenziale compito.


 FONTIVEGGE: LA SUA TRISTE STORIA CONTINUA!

Così dichiarò in nuovo sindaco di centrodestra:

"Su Fontivegge mi ci gioco la faccia!".

Un poco di storia:

Il 14 novembre 2014, quando l'avvocato Andrea Romizi vinse le elezioni comunali con le quali si adagiò per la prima volta sullo scranno comunale di Sindaco (Romizi I), in una conferenza stampa, così dichiarava:

"Se non riusciremo a restituire sicurezza e vivibilità al quartiere di Fontivegge questa amministrazione avrà fallito uno dei suoi obiettivi principali. Sono pronto a giocarmici la faccia" e continua, "entro un anno i cittadini del quartiere vedranno i primi risultati in termini di vivibilità", "Non esistono le scorciatoie. Vogliamo risolvere problemi radicati e vogliamo farlo in maniera duratura per le prossime generazioni. I nostri saranno interventi strutturali e non certo degli spot".

Un altro momento storico:

Il 03 agosto 2018, nulla era cambiato (ma ancora peggiorato) ed allora altre idee vennero alla luce!

Dopo l'ennesimo tentativo (tutti andati a "buca") di "riappropriarsi" (come dice la politica) del disastrato quartiere, terra dallo spaccio e della malavita, un'altra trovata!

L'estrosità inesauribile dei nostri politici/amministratori, pregna di idee, ha dato alla luce un'altra trovata che, naturalmente, se messa in opera, non avrebbe risolto un bel nulla comunque: volevano far rinascere il quartiere con la tecnologia piazzando in loco impianti wi-fi, definendola come "La nuova era tecnologica del quartiere"!

Benissimo! La trovata del punto di accesso wi-fi è stata una cosa eccezionale!

Sperando che agli spacciatori non fosse servita per mettersi in contatto con i loro clienti per prendere le ordinazioni!

Forse le intenzioni erano buone ma, come si dice; "fare i conti senza l'oste" si rischia di restare in braghe di tela! E così, per Fontivegge, è accaduto e purtroppo sta accadendo anche ora (2022)!

Ci facciamo sopra un poco di ironia ma, certo è che ci sarebbe solo da piangere!

Dobbiamo sempre tenere presente e non scordarci mai di una cosa molto importante: l'insicurezza del quartiere di Fontivegge inizia dal portone e dall'atrio di Palazzo dei Priori (sede del Consiglio comunale).

Molte cose serie e concrete potevano essere fatte per dare veramente più vivibilità a quella zona ma sono state accantonate per dare spazio a ciò che ha nulla è servito; mercatini, feste e altre soluzioni inutili ed inefficaci.

Proposte come sgravio delle tasse comunali e agevolazioni per chi voleva aprire attività commerciali e chi più ne ha più ne metta, che mai sono state recepite da chi poteva essere interessato, fino ad arrivare alla richiesta assurda, da parte di un partito di destra (che onora Alberto de Giussano) di chiamare l'esercito nelle strade e far diventare Perugia una città blindata!

Poi, l'unica cosa vera a cui dovevano dare corso, un posto fisso di Polizia, soprattutto perché era il volere dei cittadini, residenti e non, che avevano espresso la loro netta volontà impegnandosi con le loro 1500 firme, è stata, si messa in atto ma con una modalità che suona come una "fucilata psicologica" alle spalle degli stessi cittadini richiedenti: invece che porla in essere nel posto più adatto alla bisogna è stata utilizzata quella già esistente all'interno della stazione ferroviaria la quale, naturalmente, è necessaria ma non per lo scopo che doveva avere per il problema specifico; servire come deterrente alla criminalità in una precisa zona (Piazza del Bacio).

Ecco! E ad oggi, settembre 2022, questa è ancora la politica sconclusionata che mette in essere la compagine "politico/amministrativa" del Comune di Perugia.

Ultimo atto di questa tragedia di quartiere è che un comitato della zona ha chiesto l'apertura in Umbria di un centro di espulsione motivato, questa volta, perché un soggetto già espulso si trovava tranquillamente insediato in via Settevalli, come se questo centro risolvesse, in toto, la questione di allontanare i soggetti non desiderati. Questo tipo di intervento può essere anche giusto, da un punto di vista organizzativo ma non vi pare che in prima istanza, dovrebbe essere la politica comunale a far fronte a queste emergenze, come giurato tanti anni fa dal nostro stimato sindaco?


UN'ORDINANZA SU "ORDINAZIONE"!

Il consiglio di altri è sempre utile ed opportuno per arrivare dove la politica non ha ancora messo piede!

Ma chi dice il contrario? Bene ha fatto il Comune a fare un'ordinanza per mettere in sicurezza (sempre naturalmente a spese dei privati) un'area dove continuavano a consumarsi attività illecite (spaccio e consumo di droga) da molto...moltissimo tempo (leggi la nota del Comune qui).

Quello che a noi di "Perugia: Social City" ci lascia un poco perplessi è il fatto che questa ordinanza sia stata emessa solo dopo che la Polizia di Stato, addirittura pochi giorni fa, abbia fatto un adeguato sopralluogo e "consigliato" al sindaco di fare la sua bella ordinanza ad hoc.

Quell'area; una vasta area a valle degli uffici INPS di via Canali, è li, in quello stato se non addirittura peggio, da almeno 40 anni se non più, comunque da quando la vecchia segheria fu dismessa abbattendo il capannone dove era ubicata ma, fino ad ora, nessuno dei nostri amati politici/amministratori comunali, ha mai pensato ciò che le Forze dell'ordine gli hanno, appunto, consigliato che sarebbe stato opportuno metterla in sicurezza.

Comunque meglio tardi che mai!


 Da Fontivegge con amore(!)

ERA CHIARO COME IL SOLE!

Da quando scrissi questo articolo era chiaro come il sole che il ridicolo escamotage di febbraio, di cercare ambienti in quel di Fontivegge, per ridare sicurezza al quartiere, era esageratamente fallimentare, come tutti gli altri tentativi fatti sui vari fronti dalla politica comunale in precedenza, prima ancora che questa idea venisse in mente al sindaco e alla sua stimata Giunta.

Non c'era bisogno di essere Mago Merlino per capire come sarebbe andato a finire quel risibile "imprimatur" voluto per la "soluzione finale" del problema!

E, ancora, non c'è bisogno, sempre dello stesso Mago, per vedere nel futuro di come, anche questo tentativo di aprile, farà la stessa misera fine.

Ma, a quanto pare, i nostri esimi amministratori/politici della maggioranza, non l'hanno ancora capito che stanno piantando un chiodo dopo l'altro nell'acqua torbida dei problemi del quartiere perché, come sembra dall'articolo che il Corriere dell'Umbria ha pubblicato oggi 19 aprile '22, ci vogliono ancora riprovare. Come dice quell'antico adagio? "Sbagliare è umano, perseverare è diabolico". Anche per quelli dalla dura cervice politica!


 Una vittoria come quella di Pirro?

I FASCI LITTORI DEL MERCATO COPERTO!

Dopo una lunghissima diatriba, che è arrivata anche in Parlamento, grazie al gruppo di lavoro appositamente costituito che ha espresso il suo parere, i "fasci littori" del mercato coperto ritornano ad essere coperti di nuovo anche loro.

In tal senso la commissione si è espressa così nella sua relazione:

"I due fasci - fatti tornare alla luce sui due timpani della sala più importante del Mercato - dovranno essere tolti dalla vista ma non potranno essere coperti con una soluzione permanente; per fare un esempio, i fasci potrebbero essere coperti con dei pannelli fonoassorbenti (utili vista la possibilità di utilizzare la sala anche per dei concerti) ma non con dell'intonaco o con delle vernici."

Una bella vittoria politica della sinistra non c'è che dire!

La destra di Perugia scommetto che si sta "scompisciando" dalle risate.

Come dice quella massima famosa? "Non è importante quello che si dice: l'importante è che si parli di me!" e parlare nel modo sbagliato e per troppo tempo come si è fatto dei famosi "fasci littori" che hanno rivisto la luce dopo tanto tempo e quello che hanno (purtroppo) storicamente significato, che siano ricoperti o no, per i nostalgici del regime fascista è una splendida e non indifferente vittoria raggiunta: alla barba di chi non l'ha saputa combattere.

Se tutte le battaglie politiche sono vinte come questa dalla sinistra, dopo che sono state condotte in siffatto modo e con questi ridicoli risultati, addio alla speranza di poter cambiare le maggioranze comunali con altre idee ed ideali!

Cosa invece si doveva fare? Semplice!

Se proprio non volevano distruggerli a martellate seppellirli in una fossa comune insieme alla falce e martello dell'altro regime autoritario!

Perché state sicuri che una volta passata la bufera degli indignati, i fasci ritorneranno belli e splendenti alla vista di tutti i cittadini; volenti o nolenti.


 ...ADDIO MORBELLO ADDIO...!

Parafrasando una vecchia canzone d'armi si potrebbe dire: "Addio Morbello addio, dal Movimento se ne va..."!

Certo è che in questo momento il M5s comunale di Perugia sta vivendo un fatto molto ma molto problematico.

La consigliera Morbello vola verso il gruppo misto, lasciando in "braghe di tela" chi le ha dato la possibilità di partecipare alla gestione della cosa pubblica della nostra città.

Anche se dolorose queste pratiche sono di uso comune dalle parti dei personaggi politici: nulla di sconvolgente.

Ma quello che lascia un poco perplessi sono le motivazioni addotte dal soggetto nelle interviste rilasciate alla stampa.

Su quella rilasciata a Umbria Notizie, sulla domanda -Cosa ha determinato la sua scelta di dare le dimissioni dal Movimento 5 Stelle? Questa decisione è stata presa a causa della politica locale o di quella nazionale? - testualmente la signora Morbello risponde: - Le separazioni sono sempre laceranti, ma in alcuni casi sono inevitabili. Da moderata non condivido la linea oltranzista rispolverata in questi giorni a livello nazionale. Posizioni chiuse e rigide creano tensioni e fibrillazioni nelle forze politiche che a loro volta generano incertezza e sfiducia. L'Italia ha bisogno di stabilità sia per il sistema economico, sia per rafforzare l'azione diplomatica e il ruolo internazionale. A livello locale mi dispiace lasciare "politicamente" Francesca, alla quale auguro buon lavoro -.

Tutti concetti giusti, non c'è che dire ma sinceramente nel contesto politico comunale del ruolo che ricopre la consigliera Morbello, poco ci "azzecca" con il fatto di seguitare o no a percorrere la strada insieme al M5s, anche se a livello nazionale non è d'accordo con la loro linea anzi, l'esperienza politica insegna che dall'interno di un partito è più facile essere incisivi per determinarne gli indirizzi.

A chi non conosce a fondo, come noi di "Perugia: Social City", la reale motivazione che ha determinato questo gesto, può sembrare (e sicuramente non lo sarà) un posizionamento strategico preventivo delle propri truppe per una azione mirata di un attacco che, molto probabilmente, sarà sferrato nel momento del rinnovo del Consiglio comunale della nostra (politicamente martoriata) città.


 MINI SPAZI VERDI PUBBLICI; FIGLI DI UN DIO MINORE!

Bisogna nascere con il cervello da politico per capire le logiche con le quali si muovono per amministrare la cosa pubblica!

Come nella poesia - La spigolatrice di Sapri - possiamo benissimo affermare: "... eran trecento eran giovani e forti e sono morti"!

Naturalmente noi di "Perugia Social City" ci riferiamo a quei trecento (e più) mini spazi verdi della nostra Perugia, censiti alcuni anni fa e lasciati a soccombere per la noncuranza di chi dovrebbe accudirli.

E a tal proposito non ci stancheremo mai di dimostrare, con i nostri articoli e fatti alla mano, come chi gestisce la politica comunale sia capace di "seppellire" questa risorsa preziosa per la palese indifferenza sulle loro sorti.

Di esempi ce ne sono a centinaia di come questi (da noi definiti) figli di un dio minore, siano lasciati nell'abbandono più totale perché, a priori, non considerati come spesa nelle Leggi di Bilancio che nei vari anni la politica comunale ha messo in essere.

Come si diceva di esempi ce ne sono molti ma, a dimostrazione, possiamo far vedere ciò che sono stati capaci ci fare in quel piccolissimo fazzoletto di verde che si trova in via Cino da Pistoia, le foto dell'articolo sono eloquenti in merito.

Un poco di alberi potati mentre un buon numero non sono stati degnati di una pur minima considerazione.

Ai vetusti pioppi del giardinetto, di almeno mezzo secolo di vita, non è stato toccato nemmeno un ramo; e questo da molti anni.

Lasciati in uno stato di pericolosità per il quale potrebbero, una volta rinfoltiti delle loro foglie, schiantarsi sopra il loro peso, magari rovinando sopra a persone a cose.

Per non parlare poi dell'erba, cresciuta rigogliosa in questi giorni di relativo sole e caldo, che è stata "lottizzata" per il suo taglio e come si vede dalle foto, da una parte sistemata mentre dall'altra lasciata allo stato in cui la natura l'ha voluta.

Che a volere questo lavoro sia stato qualche ente o qualcun altro non importa: resta comunque il fatto innegabile che la "politica recitativa" del nostro Comune, non ha fatto mettere mano per sistemare ciò che aveva il dovere di fare!

Chissà se il nostro stimato assessore Otello Numerini rilascerà dichiarazioni in merito come in qualche altra occasione ha fatto per elogiare gli splendidi interventi(!) nel nostro verde pubblico blasonato?


SEMBRA CHE A PERUGIA IL CARNEVALE NON È FINITO!

 Otello Numerini (assessore ai lavori pubblici e all'ambiente del comune) afferma che le piste ciclabili sono "uno dei fronti su cui l'amministrazione comunale scommette per favorire la mobilità sostenibile...".

Ma che cos'è uno scherzo o cos'altro?

Affermare che qualche chilometro di piste ciclabili sono necessarie per la mobilità sostenibile della città sembra proprio uno scherzo di carnevale; quando le vere strade di Perugia e di tutto il territorio comunale, urbano ed extraurbano, sono ridotte a cumuli di detriti che farebbero invidia ad letto di un fiume in secca!

Un fatto è certo: se l'amministrazione comunale, come lo stesso amministratore afferma in questo articolo, basa le sue premesse di una buona amministrazione della città sul portare a termine qualche chilometro di piste ciclabili, lasciando le vere strade nel caos più totale, c'è qualcosa di grave che non torna.

Forse c'è da aspettare che saranno gli stessi cittadini a far tornale il tutto al momento del rinnovo degli organi amministrativi comunali!


 DUE PESI E DUE MISURE?

Cosa dire in merito senza prendere le parti della destra ne della sinistra?

Una cosa sola! Non si possono ammettere due pesi e due misure per quanto riguarda le regole da rispettare , sia sui comuni cittadini che su chi ci amministra.

Entrare a Palazzo dei Priori come cittadino o entrarci come consigliere comunale o in qualsiasi altra qualifica, è semplicemente la stessa cosa: e allora cosa si aspetta a fare applicare le disposizioni a tutti indistintamente?

Forse perché le sedute dei consigli comunali non si possono fare, rischiando di andare in minoranza per mancanza di due voti da una parte o di un voto dall'altra?

Vuoi saperne di più? Clicca qui.


 ...E IL SINDACO E LA GIUNTA RESTANO A GUARDARE!

Signor Sindaco e signori della Giunta comunale, vi volevo informare che, per come la vediamo noi di "Perugia; Social city", pensare alla sicurezza dei vostri cittadini non significa solo tenere lontano la criminalità dai loro portoni di casa ma, soprattutto, iniziare a tutelarli dalla loro salute (dovere che riguarda le sue responsabilità dirette signor Sindaco).

Non è perché lo "Statuto dei Lavoratori" è andato "fuori legge" alcuni anni fa significa che tutti si sentano in diritto di sfruttare i medesimi.

Allora, se la salute di chi lavora, caro Romizi, interessa per davvero bisognerebbe che Lei, insieme alla sua Giunta, dovreste dare una mano concreta a risolvere questo stato di cose che ha messo in essere la partecipata GESENU.

Che ne dice, signor Sindaco? Lo facciamo questo sforzino?????

Vuoi saperne di più? Clicca qui.


 I NUMERI PARLANO CHIARO...

...ma più di tutto parlano chiaro le intenzioni politiche di chi fa parte del nostro Comune.

La Lega (ex Lega Nord) perde i pezzi come dappertutto anche nel nostro Comune!

E come poteva essere diversamente dopo quello che è successo; e tutt'ora più di ogni altro momento, sta succedendo a livello nazionale perché ciò non accadesse anche da noi?

Finalmente nell'aria FI si sta parlando seriamente di "centrismo".

Sicuramente un centrismo diverso da come eravamo abituati a vederlo in passato ma, comunque, qualcosa di concreto sta succedendo.

Ora c'è da domandarsi perché succede questo passaggio di posizioni politiche!

Sarà per una presa di coscienza dei nostri esimi politici/amministratori comunali o per altre ragioni che, sinceramente, non possono che sfuggire a chi le guarda la faccenda dal basso verso l'alto; cioè da cittadini che leggono i giornali?

C'è una quartina nella poesia "Il cinque maggio" di Manzoni che sembra scritta ad hoc per questa posizione: "Ai posteri l'ardua sentenza"! Vuoi saperne di più? Clicca qui.


§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§


 L'ASSESSORE VA IN GIRO MENTRE LA SICUREZZA VA A "FARSI FOTTERE"!

Ancora una volta vediamo l'occupazione di strutture fatiscenti da parte di soggetti che non dovrebbero neppure calpestare il suolo urbano!

In questi giorni stiamo assistendo all'ennesima messa in scena della commedia che sta facendo la politica comunale!

L'assessore competente alla sicurezza (pro tempore Luca Merli) si aggrega alle Forze dell'Ordine insieme ai suoi Vigili Urbani a sanare la situazione ed a ringraziare a destra e a manca ciò che le medesime mettono in atto per interrompere ciò che di brutto capita nella Perugia invasa da presenze inquiete quando invece, il suo ruolo, gli imporrebbe di stare seduto davanti alla sua scrivania per studiare e portare a compimento una strategia che possa fermare questi atti criminali!

Stiamo parlando dell'occupazione del famigerato palazzo abbandonato in via Oddi Sforza che ancora una volta a dato la possibilità di parlare di se per le continue occupazioni che riescono a mettere a segno certi personaggi che indisturbati occupano il suolo di Perugia.

Da troppo tempo i nostri "politici/amministratori" comunali lottano inutilmente contro la criminalità cittadina e specialmente quella in punti della città che risultano più appetibili per i loro traffici, con le armi spuntate!

C'è un detto popolare il quale recita una indiscutibile verità, che dice: "Le mosche si addensano sempre sopra l'asino più spelato!".

Ciò è la pura verità in qualsiasi momento e accadimento nella vita e nella società; purtroppo, anche nella comunità che riguarda la nostra bella città è avvenuto e sta avvenendo, sempre con maggiore intensità, la stessa cosa, per quanto riguarda la sicurezza, sociale e individuale!

Le "mosche" della delinquenza, stanno martoriando Perugia che una politica disastrata dei nostri distratti "politici/amministratori" comunali (tanto quelli di destra quanto quelli di sinistra), l'ha fatta diventare l'"asino spelacchiato"!

Ne leggiamo continuamente quando apriamo i giornali o diamo un'occhiata in rete a ciò che succede e non ce ne sarebbe bisogno neanche di rammentarlo: bande che imperversano nella notte per tutta la città e che distruggono le proprietà altrui; spacciatori che aprono ovunque mercatini della droga e tossico dipendenti che rubano qualsiasi cosa, sbattono a terra persone anziane e non, scippandole per racimolare quattrini per l'acquisto del necessario o vengono, a loro volta, accoltellati per qualche resa dei conti e chi più ne ha più ne metta!

Da molti anni la politica comunale si affanna a dire che sta facendo tutto il possibile per rendere la città più vivibile e meno pericolosa per i cittadini ma, in effetti, non fa altro che mettere in atto inefficienti, puerili e infruttuosi tentativi che hanno solo avuto, ed hanno tutt'ora, il significato di far vedere, da parte di chi dovrebbe essere obbligato di conoscerle in ogni momento precise e chiare, la palese e scarsa conoscenza delle cause.

Cause di quel mal comportamento sociale nel quale sono insite le reali motivazioni che fanno succedere questi eccessi di delinquenza.

Non solo ciò ma, ancora meno, i nostri amministratori, percepiscono il modo giusto di affrontare una situazione di così alta pericolosità per la città dal punto di vista dell'urbanistica e sopratutto, di reale insicurezza, per i cittadini che, in ogni momento del giorno e della notte, sono alla mercé di questa marmaglia sociopatica.

Chi si limita solo a leggere ciò che succede, attraverso la stampa locale e non, è abituato; anzi, per dirla giusta, scrivono solo ed hanno abituato a leggere articoli che evidenziano, con enfasi esagerata, i danni che effetti del genere procurano ma mai si legge della volontà di qualche giornalista di mettere in luce le cause oggettive che determinano questo tipo di comportamento da parte dei delinquenti di turno.

Si cerca solo l'indignazione della comunità senza, minimamente, cercare di individuarne il perché e di chi è la responsabilità o indicare ciò che la politica potrebbe fare "di concreto" per riuscire ad arginare, in modo sensibile, questo dilagarsi.

Viene da ridere (per non piangere) quando si legge che l'assessore di merito, tentando di dare un significato politico a ciò che il medesimo vorrebbe trasmettere o far credere ai propri amministrati, si reca al seguito dei Vigili e della Benemerita!

Anche il più sprovveduto in merito capirebbe che certi comportamenti o affermazioni, servono solo per tacitare e tranquillizzare l'oppinione cittadina; visto e considerato l'impossibilità di mettere realmente in atto provvedimenti realmente concreti!

Ci vuol ben altro che questa inefficiente politica comunale metta in atto invece che andare con il cappello in mano a ringraziare chi credono che possa fare il lavoro al posto loro!

Giampiero Tamburi


 UNO,DUE,TRE, "STALLA"!

Un gioco che per gentile concessione della politica comunale e della Gesenu, si può tranquillamente giocare tra i cassonetti dell'immondizia che fanno bella mostra di se per le strade di Perugia (come si vede dagli esempi in foto) ma, attenzione; di quella Perugia che non appartiene, al tanto amato dal nostro sindaco, "centro storico"!

Si perché gli esempi riportati nelle foto, qualcuno dei tanti, sono della zona di via Palermo che ha il torto di appartenere solo al centro "moderno" e quindi non è alla massima attenzione dei vertici politici comunali in quanto fa parte delle zone che non brillano al caldo sole del turismo tanto desiderato (questione di soldi!) di chi può frequentare la nostra bella Perugia.

Ergo: il benessere e la salute dei cittadini arriva, alla cervice di chi ci amministra, sicuramente al posto successivo della suddetta "fonte di entrate economiche" !

Può sicuramente essere una strategia ma quanto costa, in termini di voto ai nostri politici/amministratori?

"Colpa della partecipata Gesenu"; qualcuno potrebbe dire, "perché non organizza bene il suo lavoro e, di conseguenza il servizio langue". 

No, non è così! Perché la politica comunale ordina e la Gesenu esegue!

E qui torniamo al discorso ed al principio, già in più occasioni fatto; "Il risparmio prima di tutto!

Giampiero Tamburi


 Una favola attuale nel nostro Comune.

Gli stivali delle sette "Leghe".

Racconta la novella che "gli stivali delle sette "Leghe" sono stivali magici, in grado di far compiere al possessore sette leghe con un solo passo. Hanno anche la capacità di adattarsi al piede di chi prova ad indossarli."

Mi era giunto alle orecchie che fino a poco tempo fa, non si sapeva che fine avessero fatto perché il precedente proprietario, un furbissimo gatto, le aveva nascoste così bene che nessuno era riuscito a ritrovarle, fino a quando un amministratore comunale, che aveva vinto le elezioni amministrative ed era riuscito a portare il suo partito all'interno del Consiglio, di un Comune che conosco molto bene, le ha ritrovate ed indossate.

Da quel giorno, nel Comune di quell'amministratore, tutto è cambiato ma, sfortunatamente, non in meglio; perché chi le ha indossate non ha saputo utilizzarle al meglio delle loro capacità!

Sarà per questo che tanti ed importanti problemi di quello sfortunato Comune non hanno trovato soluzioni adeguate.

Per esempio la vittoria sulla criminalità, sullo spaccio, sulla prostituzione in molti quartieri: soprattutto in quello chiamato da tutti Fontivegge non ha avuto esito positivo, seguitando, perciò , a procurare ancora maggiori danni a tutti i cittadini.

Altro esempio; la messa in sicurezza del fondo stradale delle strade interne alle arterie principali della città, lasciate perennemente con buche o, ancora più pericolosi, avvallamenti dovuti agli alberi che fiancheggiano le relative strade, come ad esempio quelli esistenti nella strada Fosso dell'Infernaccio che porta allo svincolo di Prepo.

Per non parlare poi dei parchi pubblici della città; autentici gioielli di verde della nostra Perugia; se soltanto fossero tenuti in maggiore considerazione dandogli la manutenzione che dovrebbero avere per poter essere nelle condizioni di accogliere, senza pericoli, la famiglie e chi volesse approfittane per trovarvi un poco di relax.

Le sette "Leghe" che quell'amministratore può fare con un passo di quei stivali, sono solo roboanti dichiarazioni che non sono veritiere e che non portano da nessuna parte perché servono solo a gonfiare suo il partito.

D'altro canto, in quel Comune, ci sembra che il sindaco che dovrebbe verificare certi comportamenti, abbia di fatto, abdicato!

Giampiero Tamburi


 CI DIA ASCOLTO SIGNOR SINDACO!

Oggi 2021, come già fece senza successo nel 2014, il nostro sindaco Andrea Romizi ci rimette di nuovo la faccia nel cercare di sanare il problema delinquenza che attanaglia Fontivegge e questa volta non poteva non trascinare l'assessore competente Luca Merli (Lega) nella capitolazione che inesorabilmente ne seguirà!

È assolutamente dimostrato, per i fatti che quotidianamente leggiamo nelle cronache cittadine, che la politica comunale e soprattutto l'assessore suddetto, pur avendo nelle sue mani le leve necessarie per risolvere il problema della criminalità a Fontivegge, o dove questa agisce nell'ambito del territorio comunale, non riesce ad essere incisiva e determinata a, non dico a risolvere ma quantomeno, ad arginare il fenomeno criminalità in quel di Fontivegge e nel resto del territorio della città.

Non c'è dubbio, visti i fatti incontestabili (risse, droga e prostituzione che quotidianamente avvengono ovunque), che in fondo "Perugia: Social City" ha ragione quando asserisce che c'è qualcosa che ancora la politica cittadina non percepisce dei comportamenti di questi soggetti?

Indubbiamente le Forze dell'Ordine fanno di tutto nel loro ambito ma non possono fare altro che intervenire quanto il fatto è già accaduto: e qui casca "l'asino comunale" perché se la Polizia, i Carabinieri hanno la possibilità di mettere in atto momenti di repressione, il Comune; o meglio le persone che noi cittadini abbiamo con tanto entusiasmo votato alla nostra rappresentanza, dimostrano di non essere in possesso delle chiavi o quantomeno di non saperle usare, per mettere in atto concreti momenti di prevenzione!

Non crede Lei che le sue ordinanze che blindano le scale del Duomo, che chiudono le strade del centro, che vietano la vendita di alcolici da una certa ora di notte, e quanto più ne ha più ne metta, servono quasi a nulla?

Cerchi di fare la cosa giusta! Apra un tavolo di confronto e di discussione (reale) con i suoi cittadini e le loro associazioni che non siano della sua parte politica, offrendogli una collaborazione veramente concreta, ascoltando e mettendo in pratica le soluzioni che hanno da offrirgli.

Magari anche facendo partecipare e dando ascolto a quello che ha da dire l'opposizione che siede accanto a lei in Consiglio. Forse, facendo in questo modo, potrà incidere più a fondo sulle problematiche che affliggono Perugia.

Giampiero Tamburi


 I MINI-PARCHI DELLA VERGOGNA!

Non c'è più giusto del detto popolare che dice "Dove non c'è il gatto i topi ballano" per dimostrare come, dove non arriva la politica comunale è scontato al cento per cento che il posto viene occupato da gente che mette in atto una inciviltà urbana individuale o di gruppo.

Questa sorte, per quanto riguarda il verde pubblico, specialmente per i così detti "mini-parchi" che in città sono abbastanza numerosi, non gli viene certo risparmiata.

Oggi tocca al piccolo parco, che non ha neanche un nome, tra via A. Diaz e via Martiri dei Lager (leggi qui), come dagli anni scorsi fino ai giorni di oggi, tocca ed è toccato al mini-parco di via del Palio (zona Prepo), come a quello di via Pietro Aretino (zona Pallotta); ed in chissà quanti altri sparsi per tutta Perugia.

Ora c'è da domandarsi: perché "il gatto" (la politica comunale) non va a cacciare "i topi" (l'inciviltà urbana) da questi beni pubblici?

Per darsi una risposta, "Perugia: Social City" potrebbe azzardare alcune ipotesi!

La prima che ci viene in mente è quella della scarsa rendita di guadagno politico ,tra spesa ed impresa, che comporta stare dietro a questi piccoli (ed insignificanti per loro) "pezzetti di verde". Se fosse così sarebbe molto grave e pericoloso per i cittadini che sono interessati perché vorrebbe significare, senza ombra di dubbio, che il benessere dei medesimi, al contrario di quello che seguitano ad affermare, non conta assolutamente nulla se non porta vantaggio al momento del voto!

La seconda, è che chi è stato demandato dal suo sindaco alla tutela del verde, sia entrato, per una ragione o per un'altra, in una fase di confusione politica e che non sappia più che "pesci politici/amministrativi" pigliare per poter assolvere, in altri modi più consoni, alla tutela del medesimo bene pubblico.

La terza ipotesi potremmo concretizzarla dicendo che è difficile fare "le nozze con i funghi (o con i fichi, vedete voi). Il che significa che, quando sono stati attribuiti i capitolati di spesa, nel bilancio comunale, le somme stanziate sono state valutate, di proposito o non, in modo palesemente errato; ma questo si potrebbe facilmente risolvere con una integrazione di spesa.

Un fatto è certo; vuoi per una causa, vuoi per un'altra, chi ci rimette, sia fisicamente che intellettualmente, è sempre e comunque il povero cittadino"

Giampiero Tamburi


 Il simbolo del fascio littorio deve rimanere visibile a tutti.

IO SONO D'ACCORDO CON IL SINDACO DI PERUGIA

Il sindaco Andrea Romizi ha ragione quando dice che i fasci littori del Mercato Coperto sono una scelta tecnica e che la storia non si cancella.

Ed è appunto perché la storia non si cancella che devono restare lì, visibili a tutti, come monito ai cittadini di Perugia perché ricordino come l'Italia era guidata dall'ideologia fascista e quello che c'era dietro a quel simbolo del littorio.

Ne vogliamo nominare alcuni esempi?

Il fascismo ha tolto la libertà ai cittadini: libertà di voto, di associazione, di sciopero e di opinione.

Il fascismo eseguiva regolarmente pene di morte: 42 fucilati nel ventennio su sentenza del Tribunale Speciale.

Il fascismo ha elargito 27.735 anni complessivi di carcere e confino politico
Il fascismo ha condannato per reati politici, attraverso i suoi tribunali speciali 4.596 italiani, di cui 697 minorenni.

Il fascismo ha sradicato 80.000 libici dal Gebel con le loro famiglie e condannati a morire di stenti nelle zone desertiche della Cirenaica.

Il fascismo ha ucciso 700.000 abissini nel corso della impresa Etiopica e nelle successive operazioni di polizia.

Il Fascismo è responsabile della morte di 350.000 militari e ufficiali italiani caduti o dispersi nella Seconda Guerra mondiale; di cui 3.000 italiani morti in Spagna, 140.000 italiani morti in Russia, 30.000 italiani morti in Grecia, 110.000 caduti nella Lotta di Liberazione in Italia e all'estero, migliaia di civili sepolti vivi tra le macerie dei bombardamenti delle città, innumerevoli combattenti degli eserciti avversari ed i civili che morirono per le aggressioni fasciste, 45.000 deportati politici e razziali nei campi di sterminio, 15.000 dei quali non fecero più ritorno, 8.500 ebrei italiani di cui 7.800 sono morti, 40.000 internati militari nei lager tedeschi, 600.000 prigionieri di guerra italiani che languirono per anni rinchiusi in tutte le parti del mondo.

E noi dovremmo togliere dal muro del mercato quel simbolo del fascio che ci ricorda tutto questo? Non è giusto; ne per chi è morto a causa sua, ne per le generazioni di giovani che dovranno sempre tenere a mente i grandi danni subiti da quel fascio attaccato al muro!

Giampiero Tamburi


IL SINDACO, LA GIUNTA E LE BUCHE NELLE STRADE DI PERUGIA.

È in sindaco e la giunta che corrono dietro alle buche delle strade o sono le buche che si divertono a farsi inseguire dal sindaco perché più veloci, a ricomparire, della stessa amministrazione comunale a "tapparle"?

Questo è il dilemma che "Perugia: Social City" si pone nel vedere le nostre strade che diventano sempre più come il greto di un fiume in secca!

Il sindaco Andrea Romizi fa scrivere nei giornali quotidiani (vedi PerugiaToday): "Nonostante le polemiche e segnalazioni che giornalmente arrivano sui social o dalla stampa, da tempo Amministrazione ed uffici stanno lavorando alacremente per restituire alla città strade finalmente risanate....".

E ancora "Questa Amministrazione, quando si è insediata, ha compiuto una scelta politica precisa, ossia di tornare ad investire sulla manutenzione delle strade ritenendola una priorità".

Forse, visto i pochi risultati ottenuti, hanno sbagliato sul calcolo dei soldi da investire!

E ancora con parole che a noi sembrano tanto una sonora giustificazione al proprio operato inefficiente: "Abbiamo ereditato una città con criticità incredibili (strade dissestate, illuminazione antica e fuori norma, connessione ad internet inesistente); dopo un lungo lavoro, avviato in questi tre anni, saremo in grado a fine legislatura di restituire alla città un'infrastruttura digitale unica a livello mondiale, un'illuminazione totalmente rinnovata ed in regola con le normative, strade ben mantenute e sicure, non solo nelle principali zone di ingresso a Perugia, ma anche nelle aree periferiche".

Chi vivrà vedrà!

Ma comunque è da ricordare che sono già quasi sette anni che questa amministrazione ci "amministra" e in sette anni... ai voglia di strade che si potevano mettere al posto!

Certo, di chiacchiere a giustificare il proprio operato (o non operato), se ne possono fare una infinità ma purtroppo, come è un modo di dice; "Il morto è sulla bara" e vedendo le strade della nostra città tutto si può dire meno che va tutto bene e tutto è liscio come un biliardo e appunto, per lo stato in cui versa la viabilità urbanistica della città, c'è da domandarsi se le buche sono più svelte a riformarsi che la tenue bitumatura che gli operai del Comune mettono per coprirle.

In ogni modo, stimatissimo sindaco, si potrebbe fare meglio di così!

Giampiero Tamburi


 LA POLITICA COMUNALE:

la "Fenice" che non risorge dalle proprie ceneri!

Scoperto a urinare su un portone, beneventano multato a Perugia;

Perugia, sgomberata palazzina-rifugio dei senzatetto;

"A spasso in corso Garibaldi col coltello";

Coltellate in centro storico, sangue in via della Viola a Perugia, straniero ferito

Polizia Locale: incessante l'attività contro abusivismo, degrado e disagio sociale, 

ecc...ecc...ecc...!

Questi sono solo alcuni fatti avvenuti di recente nella nostra città ma di queste realtà di comportamenti anti sociali se ne sono visti in passato, si vedono al presente e se ne vedranno in futuro ancora in abbondante quantità.

La domanda è questa: serve che seguitino ancora a succedere altri fatti incresciosi nella nostra città perché si dica, con sicurezza, che la politica comunale, anzi, che la maggioranza comunale, anzi, che la giunta comunale, anzi, che il sindaco Andrea Romizi hanno fallito nel dare una pur minima sicurezza, sia di giorno che di notte, nelle nostre strade?

Si obbietterà: "Ma in moltissime altre città ci sono le stesse incresciose situazioni di anti socialità come qui da noi a Perugia!".

Sicuro! Ma questo significa solo che nelle città interessate, ugualmente come da noi, la politica comunale sta fallendo!

In questo disastroso contesto ci sono gli assessori, titolari delle deleghe comunali al quale settore vanno attribuiti questi fatti , che si affannano nei giornali locali, come nelle televisioni locali, a puntualizzare che sono pronti, ad ogni situazione che si verifica in tal senso, a far intervenire prontamente la Polizia Municipale per ripristinare l'ordine dove sia necessario.

Ma è proprio questo il punto da discutere con la massima sollecitudine ed attenzione perché è proprio da questa necessità di intervenire che si evince, in modo chiaro, l'inefficacia e la non capacità della politica del nostro Comune di prevenire attraverso modi adeguati questi eccessi di malcostume, criminalità, vandalismo, degrado, disagio sociale fino allo spaccio ed al consumo della droga.

Le "male-movide"e i loro eccessi, che in questi mesi si affannano tanto a voler far cessare senza minimamente riuscirci, non sono le cause primarie di questo stato di cose ma niente altro che i sintomi finali di una sofferenza individuale e sociale, attribuita erroneamente alla mancanza di socialità per la pandemia, della quale gli stessi responsabili politici comunali, non sanno ne individuare con chiarezza ne porvi un altrettanto efficace rimedio.

Cosa vogliamo allora?

Come possiamo credere e pretendere che i problemi della nostra città non vedano gli eccessi di mal comportamento che si verificano finché noi cittadini non saremo capaci di scegliere i giusti amministratori comunali?

Giampiero Tamburi


 LA LIMITAZIONE DEL COMMERCIO A PERUGIA.

'Evitare le situazioni di insicurezza e di disordine'!

Queste sono le motivazioni che hanno indotto il gruppo comunale di FdI (magari tirandosi dietro anche quelli della Lega) presso il Consiglio comunale di chiedere un nuovo regolamento comunale per rendere la vendita di alcolici nel territorio di Perugia più stringente.

Come al solito la visione che hanno i nostri politici comunali (e non solo) di una certa tendenza politica per far tornare la legalità nelle nostre strade, è alquanto ristretta; vedono solo la possibilità di reprimere tutto a tutti i costi, senza neanche lontanamente pensare di poter mettere in moto degli strumenti politici, sociali ed economici, per poter individuare, quantomeno, se esistesse una possibilità di far comprendere a chi di dovere una nuova strada di comportamento da percorrere.

La limitazione del commercio che FdI vuole fare nel territorio comunale è, senza alcun dubbio, una delle limitazioni alle libertà personali garantite dalla nostra Costituzione, la quale limitazione, non interessa solo il libero commercio ma, soprattutto, è una limitazione alle libertà sociali che colpiscono ogni singolo cittadino; punto di partenza che può portare a delle restrizioni di libertà già viste nel secolo passato.

Se questo provvedimento venisse approvato dal Consiglio comunale, fa automaticamente assumere allo stesso e soprattutto al sindaco della nostra città, gravi responsabilità a livello sia comunale, regionale che nazionale.

Poi, per rendere la faccenda più "digeribile" alla città, si parla dell'attività di commercio dell'Afro Market a Fontivegge, come se tutto fosse responsabilità loro.

Si capisce che per i signori che denunciano queste malefatte fa gioco politico ma, a noi di "Perugia: Social City" ci sembra un tantinello strumentale!

Giampiero Tamburi


 CACCIA AGLI "AVVINATI DEL CENTRO STORICO".

Sembra una caccia alle streghe il provvedimento anti-movida messo in atto dagli "inquisitori" comunali di Perugia.

Un continuo ed inutile correre dietro per far salire sul "rogo" dell'inevitabile multa che ne consegue (!) gli avvinati che si espongono nelle principali piazze del centro storico (e se guardassero bene anche nelle periferie) della nostra bella Perugia.

Ma come tutti sappiamo dalla storia, l'inquisizione non ebbe la vittoria sulla stregoneria; tutti gli inquisitori finirono di essere tali mentre le streghe ancora stanno facendo il loro mestiere!

Ugualmente sta succedendo ai nostri inquisitori comunali; loro non ci saranno più mentre le movide intorno al fuoco dell'alcol e dello sballo non cesseranno di esistere.

Ma tutto questo perché? Perché la forza propulsiva delle movide è incontrollabile? No certamente!

Soltanto perché i nostri inquisitori comunali non sanno che pesci pigliare e, come al solito, mettono in atto sistemi puramente repressivi senza minimamente pensare di poter risolvere la questione attraverso altri canali più socialmente efficaci.

È evidente che, nel contesto di ciò che succede, manca all'inquisitore comunale l'osservazione oggettiva delle reali dinamiche di ciò di cui stiamo parlando.

Il comportamento che tengono i giovani in questi frangenti è una questione non di solo comportamento antisociale ma di una questione molto più complessa che non può essere definita semplicemente come una faccenda di ordine pubblico.

Il problema non sta nella movida in se per se la quale, se fruita in senso corretto, significa razionalità nel modo di vivere, una forza economica e sociale di utilizzo dei centri storici e dello spazio urbano, tanto per citare alcune sue peculiarità.

Una città che "vive" non può fare a meno della movida!

Ma se, purtroppo, come avviene di questi tempi, queste movide si manifestano come patologie anti sociali, utilizzando le piazze delle città come terra franca, senza legge e senza regole, forse la colpa non è del tutto di chi si atteggia in tali modi ma, cosa molto più probabile, è il risultato di una incapacità di chi gestisce la città, sia nelle forme che nelle sostanze.

Lasciando tutto da discutere sulle responsabilità di come la politica urbana abbia tralasciato qualcosa di socialmente importante che se messa in atto non avrebbe permesso di arrivare a questi eccessi, c'è da mettere in evidenza come sarebbe possibile evitare la maggior parte di questi assembramenti pericolosi, sparsi per Perugia, solo se venissero offerti spazi pubblici adatti, autorizzando esercizi commerciali di vendita anche fuori dagli orari consentiti, opportunamente organizzati (ed altre necessità come servizi igenici attrezzati allo scopo, ecc).

Forse il modo corretto di gestire questa necessità dei giovani sarebbe quella di agevolarla in maniera opportuna più che reprimerla con multe o divieti assurdi di ogni genere.

Giampiero tamburi  


 Gli innaffiatoi del centro storico:

RASOIO DI OCCAM O SOLUZIONE RIDICOLA?

Il grandissimo problema delle minzioni nei vicoli del centro storico di Perugia deve essere risolto, ma come?

Dice il principio del "rasoio di occam" che la soluzione migliore da prendere per risolvere un problema è in genere quella più semplice da adottare!

Verissimo! Ma se questa soluzione fosse ragionevolmente intelligente: cosa che a noi di "Perugia: Social City" non sembra quella di mettere a disposizione per i cittadini deboli di vescica che urinano in ogni angolo e vicoli del centro storico di Perugia, dopo una notte passata a schiamazzare ed a ingurgitare litri di birra per amore della raggiunta libertà dopo la pandemia!

Perdonateci ma a noi ci sembra più che altro la soluzione dell'amministrazione comunale di nascondere la spazzatura sotto il tappeto, per poi inciamparvi quando questa è diventata troppo ingombrante!

Altra soluzione possibile. Qualcuno consiglia di mettere dei wc chimici monitorati da personale addetto. Benissimo, bella idea! A questo punto però sorge spontanea una domanda: ma questo personale che monitora questi wc va anche in giro per i vicoli del centro a convincere gli organi di smaltimento rifiuti liquidi di questi giovani che è più bello farlo dentro un wc chimico che nel vicoletto scelto da loro?

Signor sindaco, signori assessori, si può fare di meglio!

Come sempre le soluzioni dell'amministrazione comunale della città, nascono e si sviluppano verso soluzioni che sembrano tali mentre, invece, sono sostanzialmente azioni temporanee di rimando del problema perché, come al solito, non sanno che "pesci" pigliare!

Giampiero Tamburi


 AGGRESSIONE A FONTIVEGGE:

Nuova ipotesi di lettura politica.

Nei giorni scorsi, un cittadino è stato minacciato di morte, in piazza del Bacio, da gente che con il loro cattivo atteggiamento, neanche dovrebbe calpestare il suolo della nostra città. È scontato e neanche ci sarebbe da spenderci una parola, che questi individui non possono stare nella nostra città!

Altro episodio verificatosi, sempre nella stessa piazza, come dal racconto della stessa persona che ha subito l'aggressione, il giorno 9 giugno, la banda di cui fa parte il medesimo individuo è stata vista impegnata in una rissa a bottigliate.

Leggendo il fatto nella cronaca locale mi sono reso conto però che è stato solo riportato il fatto accaduto nudo e crudo, senza che nessun giornale (di quelli che ne hanno dato notizia) ha commentato l'accadimento dal lato politico.

"Perugia: Social City" conosce, come tutti i cittadini, i fatti incresciosi e pericolosissimi che accadono in quella zona di Perugia e non possiamo fare altro che esternare il nostro rammarico per una quasi totale incapacità delle autorità comunali di porvi i dovuti rimedi, secondo le competenze che la legge gli autorizza.

Sono molti anni che ci provano senza il ben che minimo successo!

Fermo restando che quello che è accaduto al residente è una cosa grave ed è un fatto che dovrebbe essere e sicuramente lo sarà, sanzionato dalle Forze dell'Ordine nel modo più rapido possibile: tanto più che si parla dell'ipotesi di telecamere che avrebbero ripreso la scena della tentata aggressione e quindi rilevabile in modo inequivocabile, è opportuno e necessario per tutti che si cerchi di capire, al disopra del mero fatto, il notevole significato politico insito nell'accaduto, tutto per la chiara necessità di conoscerne le cause e quindi vedere la pura e semplice realtà che si cela dietro alla semplice cronaca.

Chi ha la bontà di leggermi, avrà notato che i miei interventi scritti sui fatti e nelle situazioni di sicurezza pubblica, verde pubblico, prostituzione, ecc, sono esclusivamente volti a mettere in risalto la strumentalizzazione delle forze politiche di maggioranza dell'assemblea comunale che a tutto mirano fuorché al benessere reale dei cittadini.

Questa verità la dimostra il fatto che si sta mettendo in piedi, dando risalto ad alcuni interventi piuttosto che ad altri, una manipolazione dell'oppinione pubblica, per la necessità di alcuni partiti della maggioranza che governano le problematiche comunali, onde poter giustificare un futuro atteggiamento, da sempre xenofobo e razzista, volto ad atti di estrema repressione per certi persone da loro sempre indesiderate.

Questo tipo di strategia è dimostrata dal fatto che da qualche tempo a questa parte fanno in modo che si parli solo di negozi etnici che non rispettano le regole anti-covid (come se non ci fossero esercizi pubblici non etnici che si comportassero fuori dalle regole); che lo spaccio della droga fosse solo un mercato gestito da extra comunitari e simili (come il nigeriano che nel suo appartamento di via dei Filosofi sono stari rinvenuti 12 chili di droga) quando sappiamo benissimo che i signori che gestiscono questo fiorente mercato, sono di tutte le nazionalità compresa quella italiana; che la prostituzione veda nelle strade solo donne di colore o extra-comunitarie mentre non fanno cenno ai così detti gestori del mercato che sono strettamente legati alla malavita organizzata europea (se non molto spesso italiana) i quali si spartiscono i lauti guadagni ricavati; e così via per altre questioni criminali locali e non.

C'è poi un altro importante aspetto che interessa il lato politico della questione assolutamente da non sottovalutare.

Come si diceva, piena solidarietà al cittadino residente in quanto tale ma, quando si parla di un "cittadino-sentinella", la questione si fa molto più complessa e fuori da qualsiasi scema che autorizzi un possibile intervento sotto questa forma.

Cosa significa essere definito "sentinella"?

Chi ha dato questa qualifica ad un cittadino qualsiasi autorizzandolo a comportarsi in tale modo avvalendosi di quella qualifica?

È stata una certa parte della politica della città o questa "sentinella" agisce per conto delle autorità perché nominata dalle Forza dell'Ordine o dalla Magistratura per tale controllo?

Certo, un cittadino che si imbatte in certe faccende ha quasi l'obbligo, se se la sente e ne ha la forza, di far intervenire chi di dovere ma, preso come un dovere civico e non perché chiamato come "sentinella" da chissà quale presunta autorità a compiere un lavoro che non è specifico di una pseudo mansione data non sapendo con precisione da chi è stato qualificato come soggetto di un non ben definito "corpo di vigilanza".

Giampiero Tamburi  


Il degrado di Perugia, storia vecchia ma sempre nuova.

 Siamo costretti a raccontare sempre le stesse storie perché sono le stesse storie che la politica che amministra Perugia ci fa raccontare.

Non è la prima e non sarà l'ultima volta che noi di "Perugia: Social City" dovremo, forse sarebbe meglio dire costretti, a disquisire sullo stato precario di estremo degrado della palazzina che ospitò la circoscrizione comunale del quartiere della Pallotta, in via Giambattista Vico.

Una piccola cosa, nei confronti di ciò che è il degrado lasciato avanzare nella città da delle amministrazioni comunali che sembrano volgere il loro sguardo su faccende di partito ben più politicamente interessanti delle piccole questioni che riguardano direttamente il buon vivere dei cittadini, come quella che stiamo, per l'ennesima volta, denunciando.

Non è certo il degrado di grandi dimensioni che si può notare a prima vista camminando per il quartiere, motivo di una evidente risonanza mediatica, come la questione dell'abbandono e dell'incuria delle ex segreterie universitarie in via Tuderte, dell'ex capannone della motorizzazione in via Palermo, della sede ex Telecom che si mangia, con il suo degrado, quasi tutta la parte sinistra di via Jacopone da Todi o altre sconcezze celebrate ma, forse, si dovrebbe prendere in considerazione il fatto che le grandi questioni diventano tali essendo state in principio piccole cose!

Via Giambattista Vico è una piccola via traversa a via della Pallotta.

Una via che dal punto di vista della viabilità dice poco o nulla perché è chiusa e non ha sbocchi da nessuna parte in quanto finisce dopo qualche centinaio di metri. Ma da quello della densità abitativa è tutta un'altra faccenda. Enormi palazzi popolari costruiti dall'allora "INA-Casa" che in un tempo abbastanza lontano vennero assegnati a molte famiglie, le quali rappresentavano diverse classi di lavoratori che, ora come ora, sono per la maggior parte anziani e dove, in certi casi i loro discendenti non vi abitano più e hanno dato in affitto a stranieri dopo la dipartita degli antichi assegnatari.

Fatta questa piccola storia veniamo al dunque.

Ad un primo approccio al problema può non sembrare, per i diretti responsabili, una questione di massima importanza ma, guardando e valutandola approfonditamente ci si accorge che sicuramente è una piccola (ma non tanto) e dolorosa spina nel fianco dell'amministrazione comunale e dei nostri signori della maggioranza perché, per la sua definitiva soluzione, non sanno proprio quali pesci pigliare!

La veridicità di questa affermazione la si può dedurre dal fatto che non hanno trovato altra soluzione, per scrollarsela di dosso(!), se non l'assurdità di mettendola in vendita!

Ridicolo!

Ma veramente pensano che ci sia qualcuno disposto a comprare un complesso del genere, non parlando del fatto di come è ridotto, situato in quella zona che strategicamente non rappresenta nulla ne dal punto di vista abitativo ne tanto meno da quello commerciale?

Ma il sindaco, insieme alla sua stimata giunta, non farebbe cosa buona e giusta mettere a posto quell'immobile e farlo gestire da qualche associazione che si occupa dei senza tetto, magari distribuendo dei pasti caldi e dare assistenza, notturna e diurna, a gente bisognosa?

Ma forse, visto come si comporta con le chiusure dei ricoveri per questa gente, è chiedere troppo! La "coscienza politica di partito" dei nostri amministratori non arriva a comprendere tanto e comunque, considerata dal loro punto di vista, non è remunerativa per i possibili voti da "intascare".

Giampiero Tamburi



NO ALLA CHIUSURA DEL DORMITORIO!

(per una questione morale e per una questione politica)

Domenica 23 maggio, alcuni ospiti del Cva dei rimbocchi hanno manifestato il loro disappunto per la chiusura della struttura che li ha ospitati fino a che il sindaco non ha deciso di far venire meno questo benessere per i suoi cittadini senza tetto semplicemente con una delibera, la quale, qualifica inconfutabilmente l'amministrazione comunale per quello che in effetti è.

La ragioni di questa decisione da parte del nostro primo cittadino? Ce ne sono più di una!

La prima sicuramente è quella economica; la possibilità di un risparmio, a qualunque costo, nel bilancio comunale che al momento opportuno gli faccia dire quanto sono stati bravi a risparmiare!

Dimostrazione lampante che per i signori politici i bilanci amministrativi sono più importanti degli esseri umani!

La seconda è senz'altro quella politica! Come potrebbe essere altrimenti? Questi cittadini non portano voti concreti e quindi, a idea loro, è più opportuno e politicamente corretto (!) che si stanzino sei milioni per le strade o per altre opere volute da associazioni che percorrono strade più vicine alla politica di chi detiene il potere decisionale nell'amministrazione comunale, piuttosto che soddisfare le esigenze reali di chi non porta voti (anche se, con tale atteggiamento resta nell'indigenza più assoluta e pericolosa per la loro sopravvivenza)!

Ma non passerà per l'anticamera del cervello dei nostri amministratori la primaria necessità di predisporre un tetto sotto cui collocare queste persone che copra tutto l'anno e sia stabile e duraturo nel tempo?

Strutture abbandonate all'incuria più assoluta, che siano idonee allo scopo una volta sistemate, ce ne sono a vagoni in città!

È troppo chiedere che nei bilanci, che tanto amano fare per soddisfare le loro esigenze politiche, sia compreso un capitolo che dia questa possibilità concreta di realizzare questo dormitorio pubblico?


 FONTIVEGGE; ETERNAMENTE FONTIVEGGE!

Sembra quasi soprannaturale la capacità della zona di Fontivegge di risorgere dalle proprie ceneri (criminali), dopo ogni volta che le forze dell'ordine si impegnano ad azioni concrete di repressione sulla criminalità di quella parte di Perugia.

Comunque, se poniamo attenzione ed abbiamo la capacità di ripercorre, con i ricordi, a ciò che l'amministrazione ha tentato di fare per togliere di mezzo questa piaga della città, non possiamo meravigliarci più di tanto.

Sarebbe ipocrita il contrario perché nel corso di decenni abbiamo visto, uno dopo l'altro, fallire tutti i miseri tentativi fatti dalle varie amministrazioni comunali che si sono succedute, interessandosi (solo politicamente) all'enorme problema di quella parte della città!

Forse (o sicuramente) il motivo del proprio fallimento è dovuto essenzialmente ad una prospettiva solamente di matrice politica (e non sociale) che hanno voluto e saputo mettere in atto, pensando che ciò bastasse a togliere di mezzo, la prostituzione, lo spaccio di droga e la criminalità (micro o macro è la stessa identica cosa) da quella zona.

Non come ultimo atto aprendo, nella zona, una sezione di un partito politico della maggioranza; con la presunzione di pensare che quella mossa di convenienza squisitamente politica e sicuramente non sociale, bastasse ad intimidire i soggetti in questione.

Certo è che il sindaco seduto nello scranno del suo ufficio non si dovrebbe sentire molto comodo nel pensare che inutilmente fino dalla sua prima elezione nel 2014 ha dichiarato di metterci la faccia nel sanare, definitivamente, questo problema e che oggi, maggio 2021, ancora si ritrova sulle spalle questo enorme peso perché tutti i tentativi fatti si sono resi del tutto vani!. (leggi qui)