PERUGIA MAI BLINDATA!

07.12.2019

Il Prefetto di Perugia, per quanto riguarda la criminalità nel quartiere Fontivegge (che si dice sia diminuita) ha respinto con grande saggezza la palla nelle mani del Sindaco (come è giusto che sia perché risolvere questo problema è materia del Comune), dando l'altolà alla proposta dell'Esercito nelle strade della città e quindi, non ancora vedremo una Perugia blindata.

Dove una "politica democratica" non arriva per la storica incapacità dei rappresentanti dei partiti, c'è sempre, qualcuno, che vuole usare la "forza bruta"!

Bisogna purtroppo evidenziare che in ogni caso, in questa specifica situazione, c'è comunque una certa sudditanza di tutta la maggioranza nel cercare di risolvere(!) questa angosciosa problematica, piegando la testa, permettendo di mettere in atto la volontà di una netta minoranza della stessa maggioranza; altrimenti non si spiegherebbe come un partito, dove, nel contesto dell'intera coalizione di destra ha raggiunto solo li 15% dei consensi, possa essere capace di trascinare tutti su posizioni estremiste e poco (per non dire nulle) risolutrici della questione criminalità.

Ma, per fortuna, c'è qualcuno che ha la possibilità e l'ha fatto, di far cambiare atteggiamento ad una politica assurda dando l'altolà al percorrere una strada che, sicuramente, non avrebbe portato a nulla di buono.

Il Prefetto di Perugia ha negato questa antidemocratica possibilità!

Come ebbi occasione di dire una volta, non sono i quartieri che sono criminali ma la gente che vi commette crimini!

Ora che le idee di estrema destra circolano indisturbate ed hanno il potere a Palazzo dei Priori, nelle intenzioni dei nostri politici/amministratori comunali è ritornata l'ipotesi della "Perugia armata" che, a suo tempo venne accantonata come assurda ed insicura.

C'è poi da prendere in considerazione un altro importante fattore.

La famosa operazione "Strade Sicure" nasceva, con il secondo Governo Berlusconi, nel 2008, come una misura straordinaria, ideata solamente per sei mesi (!) e che, invece, è ancora in vigore dopo 11 anni e, come tutti se ne possono rendere conto, non è che abbia contribuito a togliere le situazioni di criminalità nelle strade del nostro Paese e nulla è migliorato!

Nata come un ostacolo da porre in essere esclusivamente al terrorismo cittadino, ha il non trascurabile ostacolo che i militari non hanno il potere di arrestare direttamente una persona che sospettano abbia commesso un reato, ma la possono semplicemente segnalare alle forze dell'ordine, impegnando, con ciò, le medesime ad un lavoro ancora maggiore di quello che lamentano ora; sia per mancanza di mezzi che di uomini e sicuramente, con scarsi risultati apprezzabili.

I cittadini, i comitati o chiunque abiti o lavori in questa città, fanno bene a chiedere sicurezza nel loro quartiere qualunque esso sia ma una problematica gestita male come in questo caso la vorrebbe qualche partito, mettendo la città sotto il tacco dello stivale militare, non fa altro che spostare la delinquenza in altro posto di Perugia che non sia sotto il controllo voluto.

Questa è l'ultima ipotesi a cui il Sindaco Andrea Romizi sarebbe dovuto arrivare per la questione della sicurezza di Fontivegge, se non altro per la buona ragione della sua dignità politica perché, se l'Esercito dovesse veramente intervenire, vorrebbe significare solo la totale incapacità, da parte della politica comunale, qualunque essa sia, di avere la ben che minima capacità di poter migliorare, con solo le proprie risorse, una situazione che si è resa insostenibile, implicitamente dimostrando che è l'esempio di un totale fallimento nel dare una minima sicurezza al quartiere.

Possono far circolare quanti uomini dell'Esercito sia possibile fare; possono dare alla Polizia Urbana taser o quant'altro; possono impiegare un numero infinito di cani per l'individuazione della droga ma una cosa è certa: la criminalità, lo spaccio, o quanto di più nefasto ci possa essere in città, certo non si combatte con sistemi come quelli che la politica comunale vuole utilizzare che assomigliano tanto a certi Paesi dove la democrazia non ha ancora messo piede.

di Giampiero Tamburi