“…MA NON ILLUDERTI: IO NON CI CASCO PIÙ...”
Lo spessore di un amministratore, nella fattispecie comunale, che sia di maggioranza o di opposizione (secondo i propri ruoli) si misura sulla capacità che ha di affrontare e risolvere, in primis, i piccoli problemi della città che amministra che sono di immediata soddisfazione delle esigenze dei cittadini, piuttosto che i grandi problemi che in definitiva sono adatti, piuttosto che ai cittadini, soprattutto a soddisfare la visibilità dei vari partiti e dei singoli politici che li rappresentano.
Purtroppo invece, qui a Perugia, è proprio questa strada che percorrono i nostri "amministratori/politici"!
Palazzo dei Priori sembra diventato più il palazzo dei priori "assorti e concentrati a far accrescere il prestigio dei partiti a cui appartengono più che a soddisfare le esigenze reali della gente" (soprattutto come la gente vorrebbe che fossero risolti) e mentre la maggioranza è indirizzata a realizzare questo obbiettivo, viene notevolmente aiutata dall'opposizione con la loro "patologica staticità" che si concretizza solo con chiacchiere e lamentele fatte all'interno della sala del Consiglio senza prendere neanche lontanamente in minima considerazione il coinvolgimento reale, delle piazze e dei cittadini, concentrandosi esclusivamente su problematiche politiche piuttosto che sociali come, ad esempio, la sfiducia al presidente del Consiglio, la quale problematica, serve solo ad evidenziare un principio vendicativo di una ideologia sull'altra!
Naturalmente, contestualmente su tutto questo movimento di "risacca politica" che non lambisce minimamente i problemi reali che sono quotidianamente sulla testa della gente, la maggior parte delle associazioni cittadine; che sono nate solo come supporto alle strategie di potere dei diversi partiti della maggioranza in Comune, si accoccolano come cagnolini fedeli ai piedi dei loro padroni soddisfatte delle situazioni favorevoli ad una certa politica, mentre quelle che ancora hanno voglia di lottare per il bene reale della città, sono letteralmente boicottate dalla stampa locale che, in una affannosa applicazione della "strategia del consenso" non ha la volontà e la coscienza sociale di mettere nero su bianco per dare, con ciò, una visibilità democratica a chi cerca di portare l'oppinione pubblica a conoscere i problemi che dovrebbero avere la priorità per essere risolti: naturalmente con eccezioni risibili che servono solo a dare fumo negli occhi a chi non riesce a vedere come veramente sono le situazioni.
Sulla stampa locale ormai stiamo leggendo solo articoli che parlano di problematiche che vanno in linea con il volere della maggioranza o notizie di seconda, terza importanza come feste, avvenimenti sportivi o altro di simile che, pur essendo necessarie evidenziare, hanno una valenza per la città che non è paragonabile neanche lontanamente ai veri e reali problemi!
In tutto questo strombettare di "noi siamo i bravi", l'associazione "Perugia: Social City" è pienamente convinta che le questioni dovrebbero essere discusse e proposte, portando delle soluzioni che favoriscano la vera rinascita di Perugia, assolutamente al di fuori della dialettica di palazzo (in questo caso del Palazzo dei Priori; sede del consiglio comunale), attraverso la costituzione di una associazione super partes che non dia spazio a nessun partito politico, creata dai cittadini e solo con i cittadini, per essere antagonista a tutto il potere comunale, per portare avanti con mezzi e modi democratici soluzioni, proposte dei cittadini ad esclusivo vantaggio di tutta la collettività perugina.
Qui da noi le sardine non sono bastate per cercare di cambiare l'atteggiamento della politica amministrativa di palazzo e per farlo, sicuramente, ci vogliono altre specie di pesci!
Cosa c'è da sperare in questa situazione?
Non di cercare, dalla stampa, la volontà di arginare la destra o la sinistra ma un qualche mezzo di informazione (e siamo convinti che ce ne siano) che sia capace di prescindere da posizioni ideologiche preconcette e che possa informare l'oppinione pubblica della città in modo oggettivo.
Giampiero
Tamburi