LA “DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA” SOTTO IL TACCO POLITICO!
18 voti contrari (maggioranza), 8 a favore (centro-sinistra più il capogruppo del Movimento 5 Stelle Tizi) ed un astenuto (Morbello, l'altro consigliere dei 5 Stelle). Il 25 novembre scorso in Consiglio comunale, con queste votazioni per non dare delle soluzioni ai problemi della città coinvolgendo i cittadini, hanno rifiutato la "Democrazia partecipativa".
Dice la maggioranza: - Le circoscrizioni? Assolutamente no! -.
La minoranza motiva l'assetto partecipativo territoriale con una specie di Consulta dei Territori senza costi aggiuntivi per le casse del Comune, efficaci per una relativa partecipazione di tutti i cittadini alla gestione della città e la maggioranza la nega adducendo la sola questione della maggiorazione dei costi di gestione; anche quando gli viene spiegato che con quel certo tipo di organizzazione non ci sarebbero aggravi di spesa.
Ma la realtà qual'è? È chiara: tremano le "natiche" ai partiti di potere per paura di percorrere obbligatoriamente certe strade politicamente non accettabili per le strategie da realizzare secondo le proprie ideologie.
Il risultato?
Una politica inadeguata e pericolosa, miope e sorda alle esigenze della comunità che vive in quartieri condannati, dalla stessa, a situazioni di pericolosità sociale ed individuale di degrado molto, forse troppo esagerate, che condannano ad una sopportazione esasperata i cittadini residenti, con punte di recrudescenza criminale pericolosissime.
Noi siamo "cittadini"! Non facciamo parte della "corte di palazzo dei Priori" perciò vediamo le situazioni e ciò che accade nelle strade intorno a noi, nella realtà della nostra Perugia e non nelle ipotetiche situazioni, create a tavolino, negli intrichi di palazzo. Ed è con questa visione che travalica la parziale volontà dei partiti, che crediamo veramente a ciò che di buono possano fare per Perugia gli organismi circoscrizionali!
Perché e come ripristinare le circoscrizioni?.
Dobbiamo considerarle come organi sociali e non istituzionali.
Il motto di noi di "Perugia: Social City" è stato sempre quello di "non ridare le circoscrizioni a Perugia ma Perugia alle circoscrizioni".
Aldilà delle disposizioni che ne regolano la posizione giuridica, un bilancio, ecc, concettualmente devono essere considerate non come le precedenti che erano viste solo come piccoli Governi con tanto di maggioranze e opposizioni politiche, secondo i voti che avevano ricevuto nelle urne e che, in fin dei conti dopo tutto, servivano a poco e non potevano governare veramente il territorio a loro assegnato in quanto organi le cui direttive erano subordinate alla volontà e alle decisioni politiche del Consiglio e della Giunta comunale, "senza un reale confronto".
Forse è questo il motivo per cui, il sottoscritto, terminato il suo mandato come consigliere di circoscrizione, ha preferito starsene dalla parte dei cittadini piuttosto che fare da traino ai pariti del Consiglio che, comunque, amministravano (da soli) gli affari comunali. Non crediate! Anche negli anni '80 la partecipazione vera era "oro colato" come lo è ora!
Dobbiamo, se lo scopo da raggiungere è veramente una più ampia partecipazione, considerarle non come dei Municipi territoriali ma dargli veramente l'occasione di essere veri strumenti di democrazia, in altra maniera.
Le nuove circoscrizioni dovrebbero essere, fondamentalmente, adatte a favorire una massiccia partecipazione della collettività del territorio comunale in cui operano, prescindendo da qualsiasi forma di partitismo.
Un organo sociale e non politico. Tenute in alta considerazione in modo tale che, la loro funzione sia di collegamento tra il territorio a cui sono assegnate ed il Consiglio comunale. In altre parole adatte ad esprimere la volontà dei cittadini con proposte concrete per risolvere i problemi a beneficio di tutti.
Forse la legge, aldilà delle norme relative che li strutturano, impediscono che questi organi partecipativi operino in tal senso? No di sicuro!
Ma, se c'è veramente la volontà di assegnare a queste strutture il compito di un aiuto autentico, con una autentica partecipazione, per cambiare di fondo il modo di fare la politica locale, dobbiamo avere la forza di volontà ed il dovere di andare fino in fondo; magari anche con delle lotte sociali.
Se vogliamo una amministrazione nuova e diversa per il Comune non possiamo prescindere da questi doveri, lasciando cadere nel dimenticatoio questa richiesta giusta e sacrosanta.
Le opposizioni sono state avvertite!
da
Giampiero Tamburi