Facciano di ogni erba un “fascio”
Togliere l'effige del fascio littorio dal muro del mercato coperto di Perugia, lo scioglimento nazionale di Forza Nuova sulla base di quello che è successo a Roma è cosa buona e giusta e su queste questioni è proprio il caso di fare di ogni erba un "fascio"!
A parte le battute dovute mi sembra, aldilà della necessità di valutare questi provvedimenti sulla base delle leggi che abbiamo contro la ricostituzione dell'ideologia fascista, ci sembra una pura e semplice questione di lana caprina!
Accanirsi solo sui simboli che questi rappresentano è una squisita questione marginale nei confronti di poter veramente fermare chi la pensa in questi termini e agisce, di conseguenza con violenza, secondo le loro convinzioni.
Diceva qualcuno: "Gli uomini si fermano ma le loro idee seguitano ad essere in mezzo a noi!".
Non cosa da prendere sotto gamba, ne per le questioni attuali, ne per quelle che scaturiranno nel futuro perché anche se le organizzazioni vengono levate di mezzo, le tensioni morali dell'ideologia che vogliono rappresentare seguiteranno, purtroppo a scapito della Democrazia, ad essere messe in pratica sotto altre bandiere!
La questione di fondo, reale, da affrontare è un'altra e chi lo nega mente sapendo di mentire: gli equilibri politici del Paese (ed anche dell'intera Europa) stanno cambiando a vantaggio di un'ascesa delle posizioni delle destre nei confronti delle altre moderate.
Ne va da se che per quanto riguarda noi italiani abbiamo, di fatto, rifiutato, a scapito nostro, la moderazione politica e la tolleranza che porta con se.
Un rifiuto che sicuramente è dovuto soprattutto alla colpa della politica e dei partiti di sinistra e di centro che nel tempo non sono stati in grado di dare ai cittadini ciò di cui avevano e tutt'ora hanno bisogno.
Da ciò si è resa necessaria la cosi detta "volatilità del consenso" da parte di chi si reca alle urne in quanto la scelta di darne il proprio ad un partito nei confronti di altri, è dettata essenzialmente da considerazioni e convinzioni del proprio stato di delusione piuttosto che dalle ideologie che quel partito votato rappresenta.
Giampiero Tamburi