LÀ DOVE TUTTO È COMINCIATO, LÀ DOVE TUTTO FINIRÀ!
Dopo che in Comune di Perugia ha visto il centrosinistra (più sinistra che centro) gestire la città dal dopo guerra, nelle elezioni amministrative comunali del 2014, il centrodestra ha preso la maggioranza ed ha iniziato a dire la sua nell'amministrare il medesimo Comune.
Ora, nella successiva tornata amministrativa del 2019 con la Lega (ex Lega nord) che lo "tallona" da vicino, lo stesso Romizi, si trova ancora a gestire gli affari della collettività ma, quello che è più significativo di tutto è stato il programma che ha presentato nel 2014, specialmente nei punti che riguardano la sicurezza urbana.
Nel programma di
Andrea Romizi, il candidato del centrodestra che poi diventò per la
prima volta sindaco, si poteva leggere quanto segue:
"...È statisticamente provato che proprio laddove il decoro urbano lascia spazio a degrado ed abbandono, più frequenti sono gli atti di vandalismo e microcriminalità nonché la concentrazione di soggetti legati al mondo dello spaccio, della prostituzione e della malavita in generale. In tale direzione intendiamo costituire un'unità operativa preordinata al controllo e all'attuazione di tali interventi di "risanamento", in tutti i quartieri della città, con l'impegno del Sindaco di dedicare a rotazione una mattina a settimana a verificare di persona lo stato dei luoghi e dare il segno della presenza dell'Amministrazione, con attenzione per ogni realtà comunale. Inoltre il necessario coordinamento delle Forze dell'Ordine deve incontrare il costante e sistematico flusso di informazioni provenienti dai cittadini: sono loro i primi a conoscere cosa sta accadendo nei nostri territori. Il Comune di Perugia, mediante uno speciale Nucleo Operativo della Polizia Municipale, esclusivamente dedicato alla sicurezza cittadina, deve rendersi precisa organizzazione di quell'incontro, nella acquisizione ed elaborazione di informazioni, che divengano tempestivo motivo di intervento, da seguire sino al suo esito (sul tema delle segnalazioni dei cittadini si rimanda anche al punto 8, in uno spazio a ciò ulteriormente dedicato). Verrà inoltre predisposto un ufficio mobile di prossimità per muoversi sul territorio e far fronte alle necessità dei diversi quartieri. Lo speciale Nucleo Operativo sarà composto da 30 unità, adeguatamente formate, con idonee capacità di acquisizione informazioni, di investigazione, di raccordo ed anche pronto intervento, almeno nelle attività teoricamente "minori", come identificazioni, contrasto al commercio illegale (pensiamo ai venditori ambulanti), controllo negli immobili locati (tanto nel centro storico, quanto negli altri quartieri della città). Più in generale, dovrà in ogni caso essere riorganizzato l'intero corpo di Polizia Municipale, del quale si dovranno valorizzare le competenze già esistenti e affinarne di nuove, con corsi di formazione ed addestramento ad hoc programmati. Il personale di Polizia dovrà essere sgravato dalle incombenze amministrativo-burocratiche per essere ricollocato fuori degli uffici, con adeguate dotazioni strumentali. Da verificare, inoltre, la possibilità di realizzare un'unica centrale operativa inter-force come previsto ex lege. La immediata "responsabilità politica" riconducibile ad un assetto del genere, non lascerà inascoltato nessun cittadino. Infine "La videosorveglianza è diventato essenziale strumento di prevenzione e repressione dei fatti criminosi. Nel pur rigoroso rispetto delle normative in materia, va intensificato l'uso di telecamere pubbliche nelle aree "sensibili" della città, con effettivo e costante monitoraggio dalla centrale operativa comunale dedicata alla sicurezza. In particolare, si intende installare presso diverse postazioni di ripresa un ulteriore apparato c.d. "intelligente" in grado di rilevare e segnalare automaticamente comportamenti o eventi anomali. Con tali apparati, ad inquadratura fissa, al verificarsi di un evento critico, intercettato dal sistema, sul monitor della postazione di controllo scatterà una notifica di allarme ottico/acustico e verranno rese visibili le informazioni dettagliate dell'evento. Ciò permetterà di catturare l'attenzione dell'operatore al fine di verificare la bontà del segnale ed adottare le opportune azioni in relazione al fenomeno rilevato; tale sistema intelligente segue l'esperienza in tal senso di altri Comuni italiani. A Perugia sono, inoltre, ormai tante le telecamere private poste a presidio di luoghi residenziali o commerciali. È utile a tutti che siano messe in una "riconoscibile rete" per una tempestiva e più efficace capacità di acquisire informazioni utili al perseguimento di un evento criminoso. Va, perciò, fatto un censimento delle telecamere private operative sul territorio comunale, realizzando una loro mappatura, da aggiornare costantemente, così da avere, nell'immediatezza di un fatto, la capacità di sapere quali registrazioni sarebbe utile verificare, potendo subito acquisire immagini che, diversamente, sarebbero automaticamente cancellate nell'arco di 24/48 ore. Con questa cornice di decisiva pubblica rilevanza, va promossa e sostenuta l'installazione di nuovi impianti privati di videosorveglianza da parte di chi ne ravvisi motivata necessità (cosi prevede la disciplina dettata dal Garante della Privacy), finanziando a fondo perduto il 50% della spesa per il singolo impianto, per un massimo di 5.000 euro, con il corrispettivo obbligo di mantenerlo in operativa efficienza per almeno 5 anni, pena l'integrale recupero del contributo".
Questi sono i punti che l'allora candidato sindaco (ora eletto sindaco per la seconda volta) Andrea Romizi, aveva promesso ai cittadini di voler attuare per dare più sicurezza ai suoi amministrati.
Ora, a "Perugia: Social City", sembrerebbe opportuno che qualcuno domandasse al medesimo ciò che è stato realizzato veramente di quel programma, ma si sa: pregato il santo (i cittadini che votano), dopo spenti i lumi (la vittoria amministrativa raggiunta), ogni partito in gioco pensa ai propri interessi (politici)!
Giampiero
Tamburi