DI CHI È LA COLPA?

"Perugia; Social City"
SICURAMENTE...
...ciò che si è verificato al centro storico e i altre parti di Perugia, che viene definito come "movida", è in toto da condannare a priori; tanto per la salute di chi vi ha partecipato, quanto per quelle del resto dei cittadini ma, come si è visto, non è l'unica successa nella città e sicuramente non sarà l'ultima.
L'ordinanza che obtorto collo ha emesso il Sindaco, che io definisco "coprifuoco" che mi ricorda il tempo di guerra(!) e ciò che ci raccontavano i vecchi di allora, sarà stata sicuramente necessaria e sofferta da parte dei nostri politici comunali ma, forse, una riflessione su ciò che è accaduto e su ciò che sicuramente accadrà di nuovo, è doveroso farla.
La dura cervice, che è di molti cittadini, nel negare l'evidenza dei fatti e cioè che la pandemia, la quale fortunatamente sta scemando, è una situazione pericolosa per la nostra vita stessa, risulta su molte fasce d'età.
Prima gli anziani che si rifiutavano di mettere la mascherina e i guanti quando occorreva, dichiarando (ma che in cuor loro non era sicuramente la verità) a chi gli faceva la dovuta osservazione che della morte non avevano nessun timore; ora i giovani che tenuti in casa in maniera forzata per più di due mesi, sentono il naturale bisogno di avere quella socializzazione che li rende partecipi e "vivi" nella società che gli appartiene.
È una colpa? Forse si e forse no! Forse è solo il risultato di ciò che noi siamo per quello che ci hanno insegnato ad essere!
Il fatto principale è che i settanta e più anni di democrazia liberale nel nostro Paese (fortunati noi che ce l'abbiamo), ci ha plasmati in un certo modo per cui ci risulta molto difficoltoso comportarsi secondo le restrizioni che ci ha imposto questa situazione particolare.
Forse, chi gestisce la situazione, che sia il Governo, i Comuni o chi al caso preposto, non ha saputo impostare bene la campagna di sensibilizzazione nel nostro Paese non raggiungendo le coscienze di ognuno e muovendosi solamente con ordinanze, decreti e quant'altro che sono più appropriati ad uno stato di polizia che alla nostra Democrazia.
E allora il comportamento dei singoli è tutto d condannare?
Giampiero Tamburi