CANCELLI SUL MARE.
"CANCELLI SUL MARE":
una soluzione per i nostri parchi!"
Denuncia
delle...
...ZONE
DEGRADO PERMANENTE
a
cura di Perugia:Social City
"CANCELLI
SUL MARE":
UNA
SOLUZIONE PER I NOSTRI PARCHI!
Eccoci
qua!
Dopo
che il Natale è passato e abbiamo fatto finta di essere più buoni e
dopo che, nella notte di fine anno, faremo finta di divertirci e San
Silvestro ci regalerà l'anno nuovo, facciamo ancora un salto nella
realtà; quella vera ed ai problemi concreti che abbiamo qui, sotto
le nostre scarpe, nella nostra Perugia.
Problemi
che, molto spesso, si affrontano come se fossimo "nell'Isola che
non c'è"; problemi reali che molto spesso si cercano di
risolvere in una maniera che nulla ha a che vedere con un
ragionamento sensato e con i piedi piantati bene in terra!
Mi
spiego!
Alcuni
giorni fa e precisamente il giorno 21 dicembre scorso, in un
quotidiano locale, mi è capitato di leggere un articolo che, per i
contenuti scritti, di sensato c'era ben poco basandoli su dei
presupposti irrealizzabili o, quantomeno, visti in un'ottica che di
logico aveva solo la necessità di sistemare, alla bene meglio, il
proprio orticello.
Orticello
rappresentato dal parco della Cupa (che noi, ragazzi di un tempo,
chiamavamo "il Campaccio").
Cosa
diceva, in sostanza questo, articolo?
Di
chiudere all'imbrunire i cancelli per evitare, come di fatto
avviene, lo stazionamento, durante la notte, di soggetti poco
affidabile; dediti allo spaccio, alla tossicodipendenza ed alla
prostituzione o a quelli senza cervello che si divertono a
distruggere tutto.
Bella
trovata, non c'è che dire! Affrontare dei problemi seri, come
questi, con delle soluzioni da "Commissario Basettoni della città
di Topolinia"!
A
parte il fatto che le recinzioni, per quanto alte e robuste siano,
non è che mettano paura a soggetti che hanno la capacità dimostrata
di acrobati provetti i quali sono in grado di superare qualsiasi
ostacolo senza neanche togliersi l'ago della siringa con cui si
fanno ma, resta comunque l'aspetto reale di quello che si dovrebbe
sempre tenere presente in queste considerazioni e cioè che le realtà
del verde della città sono molteplici e variegate e che le soluzioni
pensate ad hoc per un piccolo parco come quello in questione, non
sono dettate da una volontà di sanare il problema nel suo complesso
ma solo pensando, in un modo alquanto non sociale e addirittura
egoistico non tenendo presente il fatto concreto che, se si chiude
uno spazio a certe attività, queste attività le vanno a fare in
altri spazi verdi dove, di fatto, non è possibile adottare le stesse
soluzioni.
Provate
a chiudere il parco vallone Sant'Anna; oppure il parco Chico
Mendez; o ancora il parco di Lacugnana e ancora il parco della
Pescaia e ancora... ancora... ancora tanti altri parchi di Perugia
dove non esiste la possibilità di mettere cancelli!
Quello
che dobbiamo imparare, prima di dettare delle soluzioni ai problemi,
è il modo di vedere la realtà nel suo complesso perché le
soluzioni che proponiamo siano idonee per tutti allo stesso tempo per
non danneggiare l'intera città favorendone solo una parte.
D'altro
canto, in questo contesto di mala gestione del verde pubblico,
dobbiamo tenere presente che la politica comunale, in passato come
ora, sta fallendo miseramente.
La
maggioranza perché, nel santo nome del risparmio mette ed ha messo
in passato, in atto soluzioni che nulla hanno a che vedere con una
logica che porti veramente a dare alla Collettività la sicurezza del
diritto di usufruire, come dovrebbe essere, di questo fondamentale
servizio; come per esempio "scaricare la patata bollente" in mano
alle Associazioni cittadine senza garantirgli il giusto
corrispondente economico che gli permetta di fare qualcosa di utile.
Come
le opposizioni che, in modo inconcludente e solo come mossa
opportunista di facciata, sollevano un problema reale per poi
lasciarlo decantare senza che nulla di concreto sia stato fatto per
risolverlo.
Giampiero
Tamburi
(Coordinatore
Perugia: Social City)